"Nel documento sono definite le scelte che l'Associazione dovrà intraprendere nei prossimi anni, con l'obiettivo di dare futuro allo studio libero professionale, rimanendo pronti a cogliere e sostenere tutti i cambiamenti e le opportunità che si sono manifestati e si presenteranno, senza mai trascurare il corretto rapporto medico-paziente e la salute dei cittadini. Il documento congressuale vuole rappresentare le realtà molteplici della professione e dedicare una particolare attenzione alle problematiche dei giovani odontoiatri e studenti".
E' questa la sintesi fatta dall'ANDI del Documento Politico approvato (388 Si, 7 No e 8 astenuti) dall'Assemblea dei delegati riuniti venerdì 27 e sabato 28 maggio a Venezia per il 10° Congresso Politico dal titolo: Accorciamo le distanze. Per la Professione futura. Per il nostro lavoro.
Un documento che non si può comprendere a pieno senza conoscere il percorso che ha portato alla stesura. Non tanto quello nato dal confronto nelle sezioni svoltosi nei mesi precedenti, sulla base di un documento base, volutamente generico ha premesso l'Esecutivo ANDI, ma quello scaturito dal dibattito avvenuto durante il Congresso.
La forza di questo documento può essere sintetizzato dalle quattro parole aggiunte al titolo originario (Accorciamo le distanze. Per la Professione futura): per il nostro lavoro.
Una frase che può sembrare di circostanza se non si considerano gli interventi dei delegati. Un dibattito che in certi frangenti è stato simile ad una terapia di gruppo grazie alla quale, intervento dopo intervento, si è metabolizzato che realmente la professione odontoiatrica è cambiata, non tanto nel modo in cui è esercitata, l'odontoiatra privato rimate il fondamento, ma nel modello di organizzazione dello studio dove quell'odontoiatra lavora.
I delegati provenienti da tutt'Italia hanno fatto emergere che la professione, oggi, è più che mai diversificata nell'esercizio e di conseguenza diversificate sono le problematiche da affrontare
Il paziente si reca sempre dal dantista privato che lo cura, ma il dentista oggi lavora nello studio monoprofessionale ma anche nello studio associato, in una società gestita dall'iscritto all'Albo oppure dal capitale, nell'ambulatorio odontoiatrico all'interno della grande gruppo della sanità privata o quello all'interno della clinica universitaria o nel pubblico.
E di conseguenza gli odontoiatri, oggi, sono i titolari di studio, i collaboratori degli studi monoprofessionali con esigenze di tutele e servizi differenti da quelli che collaborano nelle società o nelle Catene oppure nei Gruppi che gestiscono la sanità privata. Ma non solo, un dentista di Trieste vive in una realtà professionale diversa dal collega di Trapani, così quello di Canelli (At) ha esigenze differenti da quello "in trincea" a Milano che si sente accerchiato dai nuovi modelli di offerta di cure odontoiatriche. Esigenze professionali che cambiano anche con il cambiare dell'età di chi la esercita.
L'Assemblea avrebbe potuto, come alcuni hanno proposto, decidere di tutelare esclusivamente lo studio monoprofessionale gestito dall'iscritto all'Albo, ripudiando le nuove forme di pagamento come i Fondi e le assicurazioni, chiudendosi come il generale Custer nel fortino, oppure decidere di tutelare il dentista a prescindere dal modello professionale scelto, più o meno volontariamente.
E l'assemblea, quasi all'unanimità e dopo un confronto serrato, ha optato per la seconda ipotesi indicando che "ANDI deve pensare agli scenari futuri dello sviluppo professionale, identificando il modello che consenta ai Soci, sia liberi professionisti - maturi e giovani neolaureati - sia collaboratori o dipendenti, di trovare le soddisfazioni economiche ed occupazionali nell'ambito di regole che tutelino gli aspetti etici dell'attività, l'alleanza terapeutica col paziente e l'incremento dell'attività professionale, anche attraverso la sanità intermediata".
E le strade che ANDI dovrà intraprendere per tutelare i propri, diversificati, iscritti partono dalla consapevolezza che si deve puntare sui giovani sostenendoli ed offrendo opportunità, in modo da non obbligarli a prestare la loro collaborazione alle Catene o da i grandi Centri odontoiatrici per esercitare la professione. Facendo rete e mettendo sotto una unico marchio (quello ANDI) i dentisti che abbracciano una filosofia di esercizio professionale diverso da quello proposto dal Capitale.
Ovviamente tutti lavorano per guadagnare ma qualche delegato, ricordando Vasco Rossi, ha evidenziato "Siamo ancora qua", riferendosi alla libera professione che continua ad esercitare anche quando i profitti calano.
Poi c'è il capitolo pazienti e la consapevolezza che se anche loro vorrebbero rimanere dal proprio dentista tradizionale saranno "dirottati" verso altri dai Fondi e dalle Assicurazione. Così la volontà dell'Associazione è quella di gestire la "sanità mediata" e non farsi gestire dalla stessa. Via libera quindi al FAS, il fondo sanitario integrativo gestito direttamente dall'associazione e in grado di poter dialogare con casse di previdenza, comparti lavorativi, sindacati di categoria e provider. Solo in questo modo, dicono da ANDI, sarà possibile gestire i fondi destinati alle cure odontoiatriche nei contratti collettivi di lavoro alle condizioni dettate dall'Associazione e non dai soggetti che già operano in questo settore che portano il fornitore dei servizi solo a subire i meccanismi che sono stati imposti a monte.
Il documento politico, approvato, contiene poi tutta una serie di indicazioni sull'ammodernamento dell'associazione e della sua gestione oltre a dare indicazioni per incentivare e migliorare ancora di più i servizi attivati per fare in modo che i soci trovino meno difficoltoso l'esercizio della propria attività.
Altro punto centrale è l'attività sindacale. Il documento indica all'Esecutivo ANDI la necessità di alzare muri a tutela della professione combattendo anche quelle battaglie sindacali giudicate "quasi impossibili", come ad esempio la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare per fare abrogare la Legge Bersani, in particolare le norme sulla pubblicità sanitaria. Ma anche quelle battaglie che possono creare malumori nel comparto come quelle verso la revisione della programmazione dell'accesso alla professione, che deve essere a livello europeo, ed alla pratica clinica nelle università in modo da essere quantitativamente sufficiente per garantire la formazione dei futuri odontoiatri, senza però che si trasformi in una possibile forma di concorrenza per gli studi professionali. A supportare l'Esecutivo ANDI in questa azione, verrà potenziato l'attuale ufficio politico per meglio riuscire ad intercettare le norme ancora prima che diventino legge ma anche per proporre interventi e dialogare con il legislatore sulle questioni di interesse odontoiatrico.
E forse proprio i ringraziamenti finali del presidente nazionale ANDI Gianfranco Prada (nella foto) a tutti i presenti racchiudono lo spirito che guiderà questo Esecutivo alle elezioni del 2018. Ringraziamenti per aver "saputo interpretare il ruolo con spirito costruttivo, non perdendo di vista l'obiettivo prioritario di individuare gli strumenti per sostenere il futuro della professione e dei Soci: "dove da soli non potremmo arrivare, insieme costruiremo il futuro".
Norberto Maccagno
A questo link il Documento politico approvato
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