Ad un anno dalla sua nascita l'Associazione Nazionale Centri Odontoiatrici (ANCOD) ha organizzato questa mattina a Milano un Workshop informativo per fare il punto sul mercato odontoiatrico italiano, le scelte dei pazienti in tema di dentista, gli aspetti normativi che regolamentano le strutture e quelli del credito al consumo.
Ma l'evento è stato, oltre ad un momento formativo, l'occasione per fare il bilancio del primo anno di attività della associazione e per tracciare gli obiettivi per il prossimo futuro a cominciare dalla volontà di strutturarsi e di allargare il numero degli marchi rappresentati.
"Il mondo dell'odontoiatria organizzata sta crescendo molto rapidamente e i pazienti che non lo conoscono ne sono fortemente soddisfatti dopo averlo conosciuto", ha detto il presidente ANCOD Michel Cohen presentando l'evento e commentando i dati presentati.
700 circa le strutture operanti con circa 5 mila tra collaboratori clinici ed amministrativi occupati, 700 mila i pazienti trattati nel 2016 sono i numeri dell'odontoiatria organizzata, come sottolinea il presidente ANCOD che non vuole sentire parlare di "catene".
"Siamo nati per poter dare una univoca risposta alle tante accuse che ci venivano lacciate", ha ricordato Cohen ripercorrendo questo primo anno di lavoro fatto di molta attività sindacale per contrastare "i tentativi di impedirci di lavorare". E così l'attività di lobbie sul Ddl Concorrenza affiancata da quella di comunicazione attività per fare conoscere la loro attività e correttezza.
ANCOD che nel frattempo si è strutturata, Massimo Turchetti è stato nominato segretario generale con il compito di creare una struttura operativa, si è dotata di un codice etico, ha aderito all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria con il quale lavorerà per stilare un regolamento di comportamento specifico per la pubblicità in ambito odontoiatrico, si è associata all'AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata), prima associazione ad entrare nell'organismo che rappresenta la sanità privata italiana ed attivato una serie di servizi per le aziende associate.
"ANCOD continua ad impegnarsi per la promozione di servizi odontoiatrici che garantiscano la massima qualità e continuità dei servizi ai pazienti, e a questo scopo ci siamo dotati di un nostro codice di autoregolamentazione. Con l'adesione all'Istituto dell'Autodisciplina pubblicitaria ogni nostro associato si è impegnato ad accettare le linee guida del Giurì riconosciute a livello nazionale da chiunque faccia comunicazione in modo corretto: pensiamo che promuovere buone pratiche di comunicazione sia assolutamente fondamentale in un settore in cui i messaggi ambigui rischiano di ingannare il paziente".
Tra gli obiettivi del prossimo futuro quello di aumentare il numero dei marchi associati, ad oggi ANCOD rappresenta il 40% di quelle presenti sul territorio nazionale, instaurare un dialogo più strutturato con le Istituzioni ed il Ministero della salute, "quando si parla di odontoiatria non possono non coinvolgerci visto che ora rappresentiamo una fetta del mercato odontoiatrico italiano", ha ricordato Cohen, così come instaurare un dialogo di confronto con CAO e le associazioni di categoria.
Ma non solo attività sindacale, tra gli obiettivi anche quello di organizzare in Expdental il primo congresso scientifico ANCOD.
Il workshop
Durante il workshop è stata presentata una vasta ricerca sul mercato odontoiatrico commissionata da ANCOD a Key Stone, che ha intervistato un campione di oltre 1.500 persone. Fra le evidenze emerse c'è la forte crescita dell'odontoiatria organizzata, che pur rappresentando solo il 2% del mercato cura l'8% dei pazienti. Uno dei risultati più rilevanti dalla ricerca è quello che riguarda chi ha deciso di non andare nel dentista nel 2016: fra questi, il 36% ha rinunciato pur avendone bisogno. Il ricorso ai centri odontoiatrici, però, aumenta al 25% in caso di trattamenti che presuppongono un investimento economico maggiore, come protesi, implantologia e ortodonzia, dato che dimostra la buona risposta dei centri alla minor disponibilità economica delle famiglie italiane. La sensibilità al prezzo sembra quindi una variabile decisiva nella scelta delle cliniche, visto che il 45% degli intervistati ha dichiarato di averle scelte perché più economiche; addirittura il 31% (contro il 24% del dentista privato) dice di aver scelto un centro "perché mi ha convinto maggiormente", mentre chi si affida al dentista privato lo fa soprattutto in virtù del rapporto di fiducia (27%).
La ricerca ha rivelato anche il giudizio nei confronti dell'odontoiatria organizzata da parte di chi non si è mai rivolto a una clinica migliora fortemente dopo essersi stati in un centro; coloro che si sono curati in un centro appartenente a un gruppo organizzato hanno infatti espresso opinioni nettamente più positive, soprattutto su aspetti come la gestione delle relazioni personali, l'operato del professionista e gli orari di apertura.
Nel convegno si è parlato anche dei recenti cambiamenti che hanno riguardato l'odontoiatria dal punto di vista normativo. Silvia Stefanelli, avvocato specializzato in diritto sanitario, ha approfondito i temi toccati dalla legge Gelli, che ha modificato il quadro relativo alla responsabilità medica, e dal Ddl Concorrenza.
A proposito della necessità di facilitare l'accesso alle cure alle famiglie sono intervenuti Michele Fornelli di Prestitempo, che hanno discusso gli scenari attuali e futuri sul credito al consumo in ambito sanitario.
Argomenti che nei prossimi giorni Odontoiatria33 approfondirà con dei focus specifici.
Norberto Maccagno
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