Nuovo decreto per evitare che in graduatoria ci fossero meno studenti idonei rispetto ai posti disponibili. Ecco le nuove regole
Il test di medicina 2025, già rivoluzionato pochi mesi fa, subisce un nuovo “aggiustamento”. La riforma introdotta a settembre aveva mandato in pensione i tradizionali quiz a crocette, sostituendoli con il cosiddetto “semestre filtro”: iscrizione diretta all’università, lezioni di chimica, biologia e fisica e, alla fine, tre esami scritti che valevano sia come prova universitaria sia come selezione per accedere al secondo semestre di medicina, odontoiatria e veterinaria.
Le regole iniziali erano chiare: per entrare in graduatoria servivano tre sufficienze (almeno 18/30 in ciascuna materia). Chi non le otteneva restava fuori sia dai corsi principali sia dai corsi “affini” (biotecnologie, farmacia, infermieristica), con il rischio concreto di perdere l’anno dopo mesi di lezioni seguite senza alcuna certezza.
Risultati deludenti e rischio posti vuoti
I due appelli, il 20 novembre e il 10 dicembre, hanno sollevato le preoccupazioni: stando ai dati non ufficiali trapelati da alcuni Atenei, il 10-15% degli oltre 63mila candidati ha superato tutte e tre le prove. Con le regole originarie, gli idonei sarebbero stati meno dei 24mila posti disponibili per medicina.
Il decreto correttivo: criteri meno rigidi
Per evitare di non riuscire a riempire i posti disponibili, il Ministero ha varato un nuovo decreto che cambia le regole di ammissione: non servono più tre sufficienze (18). Entrano in graduatoria anche gli studenti con due o una sola prova superata. L’ordine sarà determinato dal numero di esami passati, dai voti e persino dai tentativi di ripetizione. Chi non ha superato tutte le materie ma si vedrà iscritto, dovrà frequentare corsi di recupero e sostenere prove aggiuntive entro febbraio, saranno gli Atenei a stabilirne le modalità.
Secondo quanto ha dichiarato la ministra dell’Università Anna Maria Bernini al quotidiano La Repubblica, grazie alle nuove regole gli idonei supereranno i 25mila, ma le stime Ansa parlano di 22.500. Intanto, resta il nodo dei tempi: il “semestre filtro” è durato appena tre mesi e i corsi di recupero non erano previsti nella versione iniziale della riforma.
Criticità e prospettive
Il Governo promette di allungare il periodo delle lezioni e rivedere le domande, soprattutto di fisica, considerate troppo ostiche. Ma il continuo cambio di regole, a pochi mesi dall’avvio, alimenta dubbi sulla tenuta di una riforma che doveva garantire meritocrazia e trasparenza ed invece sembra solo una corsa contro il tempo per riuscire a riempire i posti.
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