Le elezioni hanno sancito che il prossimo modello della sanità italiana sarà determinato dalla politica di centro-destra. Politica che ha già emesso, per il nostro settore, un primo verdetto: la salute viene relegata in serie B, senza un ministero dedicato e per ora neppure un viceministro.
Il quarto governo Berlusconi ha infatti, per rispettare quanto imposto dalla Finanziaria 2008, dovuto ridurre il numero dei ministeri accorpando quello della salute in quello del welfare al quale sono state affidate le deleghe al lavoro, salute e politiche sociali.
Ministro sarà l’On Maurizio Sacconi (Pdl), già sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dello scorso governo Berlusconi. Coadiuveranno il ministro Sacconi quattro sottosegretari: Ferruccio Fazio, Francesca Martini, Eugenia Maria Roccella e Pasquale Viespoli.
Il professor Ferruccio Fazio (piemontese di nascita) è l’unico sottosegretario tecnico dei quattro nominati.Vanta un curriculum importante. Si è laureato in medicina e chirurgia all’università di Pisa nel 1968. Ha conseguito la specialità in medicina nucleare nel 1970 e in malattie dell’apparato respiratorio nel 1975. Attualmente è primario di medicina nucleare e radioterapia all’Istituto scientifico
universitario San Raffaele; ordinario di diagnostica per immagini e radioterapia all’ateneo degli Studi di Milano-Bicocca e direttore dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
L’onorevole Francesca Martini (Lega Nord) è nata aVerona; si è laureata in lingue e letterature straniere è stata dirigente pubblico, poi responsabile della segreteria federale settore famiglia e affari sociali della Lega Nord. Quindi responsabile nazionale enti locali padani dal 1998 al 2001. Prima di essere nominata sottosegretario al welfare, ricopriva il ruolo di assessore alle politiche sanitarie della regione Veneto.
Eugenia Roccella Cavallari (Pdl), romana è una giornalista e saggista. Figlia di uno dei fondatori del partito Radicale, Franco Roccella, entra a 18 anni nel Movimento di liberazione della donna diventandone leader. Laureata in lettere, è dottore di ricerca all’Università La Sapienza di Roma. Nel 2007 è stata portavoce, con Savino Pezzotta, del Family Day, la manifestazione di sostegno alla famiglia “tradizionale” organizzata il 12 maggio dall’associazionismo cattolico.
Il senatore Pasquale Viespoli (Pdl) nato a Benevento si è laureato in giurisprudenza nel 1978 all’università Federico II di Napoli. All’interno del ministero del welfare dovrebbe essere lui il sottosegretario con delega al lavoro.
Non ci sono per ora (scrivo questo pezzo il 12 maggio) indicazioni su chi avrà la delega alla sanità, anche se il professor Fazio sembra essere tra i più probabili. Anche perché il San Raffaele è una di quelle strutture, stando alle cronache parlamentari, indicate come punto di riferimento per la sanità pubblica dallo stesso presidente del consiglio. Il suo è un modello di sanità, che si basa su clinica, ricerca e formazione.
Sarà un bene o un male non avere un ministro ad hoc come riferimento? Quale sarà il modello di sanità di riferimento? E se realmente le dichiarazioni del dopo voto, ovvero quelle di esportare il modello lombardo in tutta Italia, verranno rispettate, che cosa cambierà per l’odontoiatria?
Ovviamente giochiamo a fare delle ipotesi. Innanzitutto, molti sono i commentatori politici che scommettono che il Governo non potrà privarsi di un ministero della Salute ed entro 6 mesi verrà “spacchettato” dal welfare grazie a un apposito decreto. E su questa linea sono le richieste dei principali sindacati medici che vedono principalmente il ministero come garanzia: in una sanità già federalista.
Sul modello di riferimento, se sarà quello lombardo, il nuovo Governo punterà certamente sul privato; finanze permettendo. Ma in realtà saranno, come già oggi succede, le regioni a decidere. Se dovesse, comunque, essere esportata la sanità disegnata da Formigoni in questi anni, la cosa non dovrebbe essere di buon auspicio per i dentisti liberi professionisti. Perché sanità privata in Lombardia significa cliniche, convenzioni, service, fondi: non certo il piccolo studio privato. Proprio sui fondi la Lombardia fu l’unica regione a proporre (ma mai attivato) un fondo ad hoc per l’odontoiatria.
Un modello, quello lombardo, che presenta molte delle criticità sottolineate dalle associazioni sindacali degli odontoiatri; dove lo studio monoprofessionale fatica a trovare spazio e competitività rispetto ai canoni di efficienza ed efficacia indicati dal Governatore. Ma probabilmente l’odontoiatria sarà nei prossimi cinque anni ignorata, o quasi, come hanno fatto tutti i Governi che si sono negli anni succeduti. Certamente il rappresentanti del dentale dovranno incalzare ministri e vice ministri su temi come l’abusivismo e il prestanomismo, la pletora odontoiatria e chiedere un intervento concreto verso la promozione della salute odontoiatrica anche attraverso una maggiore defiscalizzazione da parte dei cittadini delle parcelle del dentista.
Peraltro sono le stese richieste che il settore dentale, unito, avanzò con il Dental Day nel 2005 proprio all’allora Governo Berlusconi.
GdO 2008; 8: 1; 16
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