Chiudono gli studi mentre cresce (di poco) il fatturato e la maggioranza degli studi non congrui non si adegua.
E' questa la fotografia dell'attività degli studi odontoiatrici che emerge dall'analisi dei dati sugli studi di settore del 2016 diffusi ieri dall'Agenzia delle Entrate; per avere i dati disgregati si dovrà invece aspettare la primavera 2018.
I 43.913 studi dentistici (liberi professionisti, studi associati e società di capitale) registrati come attività odontoiatrica hanno, nel 2016, dichiarato un fatturato pari a 7.020.610.539 euro, confermando un continuo, ma leggero, incremento ogni anno (nel 2015 il fatturato dichiarato era di 6.963.319.570 euro). Il fatturato medio dichiarato per singolo contribuente è di 159.875 euro.
Il dato che si discosta di più rispetto allo scorso anno è quello del numero di partite iva in attività che cala di circa mille unità (nel 2015 erano 44.802, l'anno precedente 44.711).
Rispetto al 2015 aumentano i contribuenti congrui agli studi di settore (il 69,09% conto il 68,05% del 2015). Per quanto riguarda le 14.014 posizioni non congrue solo il 33,48% di loro si è adeguato. In media lo studio dentistico non congruo ha dichiarato in fatturato medio di 112.827 euro contro i 181.928 euro di fatturato medio dichiarato dai soggetti congrui.
Per quanto riguarda i correttivi relativi alla crisi economica sono stati 4.081 mila (il 13,65% degli studi) gli studi che hanno usufruito di questa possibilità, nel 2015 erano stati il 20% degli studi.
Le Entrate ricordano che "il contribuente è congruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori a quelli stimati dallo studio di settore, tenuto conto delle risultanze derivanti dall'applicazione degli indicatori di normalità economica. La coerenza, invece, misura il comportamento del contribuente rispetto ai valori di indicatori economici predeterminati, per ciascuna attività, dallo studio di settore".
Se il contribuente risulta congruo e coerente (18.805 le posizioni in questa situazione) può stare tranquillo: non sono previsti controlli automatici per i contribuenti in questa situazione.
Se risulta non congruo e non coerente (10.394 le posizioni rilevate), l'accertamento dovrebbe essere automatico.
Se si è congruo ma non coerente (11.094), per il contribuente non è possibile adeguarsi e la sua posizione finisce al vaglio dell'Agenzia delle Entrate che può decidere se effettuare un accertamento, ordinario o a tavolino, oppure soprassedere.
Se invece il contribuente non è congruo ma coerente (3.620), può decidere di adeguarsi.
Ma dal 2018 tutto dovrebbe cambiare con l'introduzione dei nuovi studi di settore basati sugli indicatori di compliance. Sull'argomento leggi il nostro approfondimento a questo link.
Norberto Maccagno
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