Non si aprono più studi monoprofesisonali, le società di professionisti e di capitale hanno conquistato oltre il 33% del fatturato dell’odontoiatria italiana che continua a crescere il “minimo sindacale”. Può essere questa la sintesi dei dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate riferiti agli studi di settore 2017 (rediti 2016) degli studi odontoiatrici italiani.
Si aprono società, si chiudono studi monoprofessionali
Sul fronte esercenti continua la decrescita del numero di studi in attività iniziata qualche anno fa. In totale gli studi odontoiatrici attiv ial 31 dicembre 2016 (indifferentemente dal modello di esercizio scelto) sono 43.782, lo scorso anno erano 43.991.
A chiudere, o meglio a non aprire, sono principalmente gli studi monoprofessionali e le partite iva singole che dai dati appena pubblicati, nel 2016 erano 36.307 mentre l’anno precedente (2015) 36.671; numero paragonabile a quello degli esercenti censiti nel 2012. Rispetto a dieci anni prima (2006) le partite iva singole sono cresciute di sole 2.106 unità.
Stabili gli studi associati che rispetto all’anno precedente hanno riscontrato una decrescita di 7 unità, i dati riferiti al 2016 indicano in 5.156 gli studi associati attivi. A tenere, incrementando il numero di attività aperte, sono le società di capitale che crescono di 162 unità toccando quota 2.319. Dal 2006, il numero di studi odontoiatrici organizzati in società di capitale è cresciuto del 39%.
Reddito e fatturato
Il fatturato degli studi odontoiatrici in 10 anni è cresciuto del 21%, i dati delle Entrate del 2016 indicano un fatturato medio di 161.200 euro mentre il reddito medio è di 52.500 euro.
Una crescita constante che negli ultimi 10 anni a visto il reddito netto medio dei dentisti italiani incrementare di circa mille euro ogni anno, fatta eccezione nel 2009 quando il redito medio dichiarato, rispetto al 2008, scese di 800 euro.
In totale il settore fattura oltre 7 miliari di euro. Il 67,6% del fatturato è prodotto dalle partite iva e dagli studi monoprofessionali (131.500 euro il fatturato medio), che però negli ultimi 5 anni hanno perso ogni anno circa un punto percentuale di fatturato, visto che nel 2011 questi studi raccoglievano il 72,4% del fatturato totale prodotto da tutte le tipologie di studi.
Gli studi associati raccolgono invece il 17,9% (245.700 euro), mentre le società di capitale producono il 14,4% del fatturato complessivo del settore (438mila euro il fatturato medio).
Sul fronte reddito netto, questi i dati forniti dalle Entrate: singoli contribuenti 51.700 euro (lo scorso anno era 50.400 euro); studi associati 71.900 euro (70.800 euro nel 2015); società di capitale 21.700 euro (lo scorso anno era 26mila euro).
La maggioranza dei laboratori è in regime forfettario e non soggetta agli ISA. I redditi del 2020 indicano un calo del fatturato rispetto al 2019 del 4,2%
Cala ancora il numero degli odontoiatri non forfettari con partita iva, ma anche quello delle società di capitale e degli studi associati. Ecco i dati dalle dichiarazioni dei redditi del 2020
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