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22 Gennaio 2016

Perchè in Italia l'odontoiatria non è una priorità per la politica ma è un'eccellenza per la popolazione? Lo spiegherà al Midwinter di Chicago Gerhard Seebergher

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Durante il prossimo Chicago Midwinter Meetign in programma dal 25 al 27 febbrai, Gerhard Seebergher (nella foto) past-president AIO e Speaker FDI, illustrerà la situazione dell'odontoiatria italiana in uno degli eventi più importanti al mondo con la relazione dal titolo "Dentistry in Italy: Not a political priority, but an excellence for people".

"L'evento -spiega ad Odontoaitria33 il presidente Seeberger- non mira proprio alla descrizione della "situazione italiana" nel campo dell'odontoiatria, ma alle opportunità cliniche che si possono prendere in tempi economicamente, politicamente e socialmente difficili. Parlerò anche della crisi morale della gente. Il medico/odontoiatra conta come tale, quindi vale solo quando è in pericolo la vita e il vivere "bene". Invece di prendersi la responsabilità per il proprio, spesso contorto, stile di vita si preferisce applicare in pieno la "blame philosophy" per una situazione prevenibile e meno costosa per la propria tasca o quella della comunità. In questa realtà la considerazione del paziente come individuo è e rimane l'unica risposta ad una gamma molto più ricca di quadri clinici rispetto a una decina di anni fa, anche se i guru del business dentale e del low-cost fanno intendere altro. Il low cost di per sè è un fenomeno che tende ad uniformare le terapie. Ciò nel campo della medicina, oserei dire, è poco etico, molto costoso a lungo termine, ma garantisce un florido business nel quale l'umanità non è un valore ma materia prima. Al Midwinter Meeting di Chicago ne parlerò come clinico che condivide le sue esperienze raccolte in oltre tre entusiasmanti decenni e che conosce la situazione italiana e quella globale in termini di necessità di prevenzione e di cura orale.

Perchè in Italia la salute orale non è una priorità per il nostro SSN?

Chi vuole prendersi la briga di leggere l'articolo "Political priority of oral health in Italy: an analysis of reasons for national neglect", pubblicato da Benedetti et al. ca. un anno fa nell'International Dental Journal, periodico della Federazione dei Dentisti Internazionale, FDI, troverà una risposta ampia che in questa intervista non si potrebbe produrre. Personalmente credo che la notizia più pesante sia quella che in Italia non c'è una leadership in odontoiatria che possa produrre risultati per la gente, per la professione e per il governo.

Però la salute orale degli italiani non è messa poi così male.

Dipende dal benchmark che vogliamo mettere come asta di partenza. Se in alcune classi sociali e in certe aree dell'Italia non è così male, allora è merito del welfare che in certe parti del Bel Paese non si è mai visto, della gente che cura se stessa perché ha avuto la fortuna di essere colta e di una professione privata capace. Se, poi, vogliamo mettere gli effetti della prevenzione in certi contesti - esempio la Sardegna- il valore di uno stile di vita e, in particolare, di un'alimentazione sana, ha prodotto più benefici di iniziative cronologicamente predefinite.

Come si potrebbe intervenire per cercare di sostenere la salute orale senza penalizzare i conti pubblici?

Creando un welfare per il quale il paese si è distinto in passato e che permette agli italiani un benessere degno di un paese del G8. Certo non per un volontariato estorto ai liberi professionisti e con modelli business dei quali sappiamo che creano più danni al SSN, alla professione e innanzitutto alla gente. In tempi di austerità non sono i soldi dei terzi paganti che garantiscono il finanziamento di una parte della sanità. Sono soldi che costano caro tre volte: uno perché il finanziatore non è gratis, due perché induce una procedura che produce minore qualità e over-treatment e tre perché crea costi per il SSN e l'economia del paese quando patologie orali prevenibili e facilmente curabili nello stadio in iniziale creano problemi - spesso seri - per il resto dell'organismo. L'educazione e la sensibilizzazione del paziente, la programmazione di un concetto di prevenzione lungimirante insieme a tutti i professionisti delle varie specialità mediche e in fine l'investimento nella e con la professione medica in nuovi materiali, tecniche e tecnologie porterà alla sostenibilità. Tutto questo non funzionerà lasciando morire l'etica e la vocazione di qualsiasi medico.

Un SSN debole in tema di salute è un vantaggio per i liberi professionisti?

Assolutamente no. È tanto dannoso per i professionisti quanto per i cittadini e questo vale per tutti i liberi professionisti nel campo della medicina. Vuole un esempio pratico? I pacchetti di cataratta in oculistica privata che opera per il SSN. Trasferito sul campo odontoiatrico, quanti denti sani otturati senza la diagnosi di patologia o trauma si aspetterebbe da una grande struttura che compra, con uno sconto sul numero, un mega-pacchetto di otturazioni, magari anche con il materiale e il procedere già comodamente prescritto da un non-professionista? Se manca la responsabilità sociale in una parte del sistema è solo questione di tempo: mancherà in tutto il sistema.

Nella sua relazione sostiene che l'odontoiatria italiana è un'eccellenza. In base a quali parametri può affermare questo?

In base all'umanità di quei professionisti che creano la base per vantarsi di possedere un sistema sanitario meno costoso di altri paesi comunitari e che anzi di godere un aumento annuale ISTAT rispondono sensibilmente alle situazioni individuali di una parte dei loro pazienti.

Lei conosce molto bene l'odontoiatria mondiale. Quali sono i modelli che potremmo copiare nel nostro Paese?

Poche settimane fa si è tenuto il Congresso Politico dell'AIO. Il modello tedesco è uno dei migliori in Europa, ma richiede un certo livello di welfare che l'Italia al momento non ha. Un altro sistema da apprezzare è quello portoghese, ma non c'è la stessa sensibilità politica per l'odontoiatria da parte del Ministero della Salute come in Portogallo. Eppure la Signora Ministro Lorenzin era tanto entusiasta del voucher odontoiatrico proposto in sua presenza da AIO il 13 febbraio 2013 a Roma durante l'evento organizzato dalle principali associazioni del dentale. Comunque credo che l'Italia ha bisogno del suo modello adatto alla sua gente e non di una copia altrui.

Dovesse stilare una classifica delle nazioni che tutelano al meglio la salute odontoiatrica dei propri cittadini, l'Italia in che posizione si trova?

Tuttora il Paese si trova ancora in una posizione accettabile grazie al grado di preparazione, alla volontà di aggiornarsi e innanzitutto ai grandi sacrifici dei suoi liberi professionisti. Sono loro che hanno tenuto in ordine le bocche italiane negli ultimi 4/5 decenni. Voler sostituire loro e l'odontoiatria pubblica con modelli di business creerà la perdita della responsabilità sociale e vittime che finiranno col paracadute di nome SSN. A quanto ne so, quest'ultimo costa e pure molto, quando cura problemi odontogeni.

Norberto Maccagno

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