Approvato il nuovo regolamento per le autorizzazioni sanitarie, molte le novità a cominciare dall’obbligo di informare l’Ordine sulle autorizzazioni concesse
L’8 novembre scorso, giorno successivo alla pubblicazione sul BUR Lazio, è entrato in vigore il nuovo Regolamento Regionale in materia di autorizzazione e accreditamento di strutture sanitarie e socio-sanitarie (R.R. n. 20 del 6 novembre 2019), che abroga rispettivamente i regolamenti n. 2/2007 e n. 13/2007. Il nuovo regolamento ha visto la luce dopo circa un anno dalle modifiche alla Legge regionale 3 marzo 2003 n. 4 dell’ottobre 2018 che prevedevano, appunto, un adeguamento dei regolamenti alle nuove disposizioni normative.
L’Ordine dei Medici di Roma è stato in prima linea, in tutte le occasioni di confronto con le istituzioni regionali durante la preparazione delle varie bozze di regolamento, richiedendo un maggiore coinvolgimento nel poter dare il proprio concorso a provvedimenti che possano interessare la professione.
Tra le novità introdotte, il fatto che le nuove autorizzazioni e i nuovi accreditamenti rilasciati dalla Regione Lazio saranno comunicati, oltre che al soggetto richiedente, al Comune ove ha sede la struttura o l’attività e all’azienda sanitaria locale, anche all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri territorialmente competente. E questo consentirà agli Ordini di poter effettuare verifiche e avere traccia delle strutture autorizzate sul territorio e chi siano i direttori sanitari nominati.
Ma quali sono le atre novità contenute nel nuovo regolamento?
A rispondere ad Odontoiatria33 è il dott. Adrea Tuzio (nella foto), consulente normative dell’OMCeO di Roma “Le novità sono moltissime ed è difficile riassumerle in poche parole”, dice.
“Una prima, di rilevante importanza, riguarda la tempistica dell’intero procedimento autorizzativo che è stato ridotto da 180 a 120 giorni.C’è da precisare che si tratta di un termine ordinatorio e non perentorio, ma è indubbia la volontà del legislatore di semplificare l’iter dell’intero procedimento amministrativo. La semplificazione passa soprattutto attraverso l’autorizzazione alla realizzazione che, per le strutture che vogliono attivare, trasferire, ampliare, trasformare un’attività sanitaria, è stata inglobata nel titolo edilizio che di per sé è considerato abilitativo. I presidi sanitari che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e in regime residenziale saranno però assoggettati al preventivo parere obbligatorio e vincolante concernente la verifica di compatibilità rispetto al fabbisogno regionale, mentre per le strutture specialistiche ambulatoriali e gli stabilimenti termali tale parere non è previsto.
La seconda novità, a mio avviso degna di rilievo, riguarda la voltura del titolo autorizzativo, ovvero rivolta a chi vuole subentrare in un’attività già autorizzata. Non è più previsto, se non per particolari casi, il controllo in loco da parte della ASL competente per territorio e l’istruttoria sarà in capo alla sola direzione regionale che, previa verifica dei requisiti soggettivi, provvederà alla voltura del titolo autorizzativo entro quarantacinque giorni dalla richiesta”.
Quindi, per un ambulatorio odontoiatrico che vuole aprire e deve richiedere l’autorizzazione, quali sono oggi i passaggi da compiere?
“Abbiamo già detto dell’autorizzazione alla realizzazione che si intenderà rilasciata con la presentazione di un titolo edilizio ai sensi del DPR 380/2001 (Testo Unico in materia edilizia)”, dice il dott Tuzio. “Successivamente andrà richiesta l’autorizzazione all’esercizio alla direzione regionale che entro venti giorni, verificata la completezza e la regolarità dell’istanza, la trasmetterà al dipartimento di prevenzione della ASL. Il dipartimento di prevenzione avrà sessanta giorni di tempo per la verifica in loco dei requisiti minimi e successivi dieci giorni per l’invio del parere positivo alla direzione regionale per il rilascio del dell’autorizzazione all’esercizio. L’ambulatorio potrà avviare l’attività in un tempo massimo stimato di centoventi giorni”.
Novità anche per gli studi per tutti gli studi medici ed odontoiatrici soggetti ad autorizzazione regionale, eroganti prestazioni considerate non a minore invasività, ovvero non rientranti nella applicazione della DGR 447/2015.
“Lo studio professionale che intende avviare l’attività richiedendo l’autorizzazione all’esercizio –spiega il consulente OMCeO Roma- potrà intraprendere la stessa dalla data di invio dell’istanza ossia immediatamente, senza attendere il completamento dell’istruttoria da parte della direzione ragionale com’era previsto precedentemente (termine di quarantacinque giorni)”.“Attenzione però che in caso di carenze o irregolarità della documentazione inviata è stata prevista la sospensione dell’attività fino alla successiva verifica dei requisiti minimi autorizzativi da parte della ASL”.
Sul Regolamento il presidente Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi, ricorda come “in tema di autorizzazioni sanitarie e di accreditamento rappresenta un indubbio balzo in avanti nella semplificazione amministrativa da sempre auspicata. L’Ordine dei Medici, in qualità di ente sussidiario del Ministero della Salute, ha l’obbligo di interloquire con le istituzioni locali, con un rapporto di collaborazione e di reciproco dialogo, sempre con la finalità di garantire e tutelare la salute dei cittadini, diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione. Non posso che ringraziare pubblicamente le istituzioni regionali per il lavoro svolto e per la disponibilità mostrata nell’accogliere le nostre istanze.”
“Siamo ben felici che la Regione abbia accolto le nostre richieste”, commenta il presidente CAO di Roma Brunello Pollifrone. “Mi riferisco in particolare al coinvolgimento dell’Ordine nell’iter autorizzativo e di accreditamento che ci permetterà di avere un ruolo attivo di verifica sui nostri iscritti e su tutte le strutture sanitarie, penso ad esempio agli incarichi di direzione sanitaria. Continua così il grande lavoro di semplificazione intrapreso a partire dal 2012 e che, grazie all’impegno costante, sta continuando a portare importanti risultati. La CAO e l’Ordine di Roma sono sempre stati attenti in questi anni alla necessaria e imprescindibile semplificazione burocratica tenendo, però, sempre fermo il rispetto dei requisiti minimi a garanzia della tutela della salute dei cittadini. Le istituzioni regionali hanno mostrato grande sensibilità, attenzione e disponibilità nei nostri confronti e per questo li ringrazio, con l’augurio di continuare a lavorare ancora a lungo insieme”.
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