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30 Giugno 2016

Le società di servizi odontoiatrici sono illegittime. La CAO lo denuncia al Ministro e chiede un sollecito intervento


Continua la battaglia della CAO nazionale verso il rispetto e la tutela della salute dei cittadini che si rivolgono agli studi odontoiatrici.

Sotto accusa, come aveva già evidenziato ad Odontoiatria33 il segretario della CAO Nazionale Sandro Sanvenero, la possibilità da parte delle società di servizi di mettere a disposizione delle attrezzature e materiali agli iscritti all'Albo per esercitare la professione di odontoiatra. A chiedere un intervento ufficiale al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è il presidente nazionale CAO Giuseppe Renzo (nella foto) che attraverso una lettera inviata nei giorni scorsi, ricorda al Ministro "l'esistenza di una modalità di svolgimento della professione odontoiatrica che, non rispettando tutte le normative, mette potenzialmente a rischio la sicurezza delle cure e la salute dei cittadini".

Presidente CAO che si riferisce, spiega, allo svolgimento della professione da parte di società (prevalentemente società di capitali) che, costituite nella forma di società di servizi per mettere a disposizione dei professionisti iscritti agli albi l'organizzazione amministrativa necessaria per i loro studi invece svolgono direttamente la professione erogando prestazioni, acquistando materiali, farmaci ed attrezzature in palese violazione delle norme (legge 175/92 e D.Lgs. 187/2000).

In Italia, secondo i dati rilevati dall'Agenzia delle Entrate da Odontoaitria33, sono circa 1.900 le società di capitale, prevalentemente Srl, registrate come società di servizi per studi odontoiatrici, mote delle quali di proprietà di iscritti all'Albo degli odontoiatri; circa 600, invece, quelle riconducibili alle Catene odontoiatriche.

"Il legislatore -spiega il presidente Renzo nella nota inviata al Ministro- ha limitato la vendita e l'utilizzo di queste apparecchiature e di queste sostanze soltanto ai soggetti legittimati in possesso di specifiche competenze delegando agli Ordini la verifica del possesso (e del mantenimento nel tempo) di tutte le competenze e capacità, certificando tali elementi mediante l'iscrizione all'albo professionale".

"E' di tutta evidenza -continua il presidente CAO- che l'utilizzo improprio di farmaci ed apparecchiature di questo tipo può portare conseguenze anche gravissime per la migliore tutela dei cittadini considerando che l'assunzione di farmaci senza specifico controllo professionale può comportare anche gravi conseguenze sul piano infettivo e addirittura favorire la diffusione di problematiche oncologiche".

Norberto Maccagno

Sull'argomento leggi anche:

1 Marzo 2016: Vendita di materiale ad uso odontoiatrico. La Legge Volponi indica chi e cosa può essere acquistato. I dubbi della CAO per le società di capitale

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