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23 Settembre 2014

Gli italiani si fidano dei dentisti ma quasi la metà ne ha cambiati almeno 3. Il passaparola è determinate per la scelta del dentista e la chiarezza delle informazioni determinante. Poco convincente la pubblicità


Nicola Miglino ha presentato la ricerca sui pazientiNicola Miglino ha presentato la ricerca sui pazienti

Scopo del sondaggio, presentato da Nicola Miglino(nella foto) direttore editoriale periodici Edra Lswr, quello di capire come i cittadini italiani scelgono il proprio dentista, per quali motivi lo cambiano, quali sono le discriminanti, quanto sono condizionati dai messaggi pubblicitari e se e come utilizzano il web nella scelta e per trovare informazioni sui temi legati alla salute.
Per fare questo è stato inviato un questionario agli iscritti al portale Dica33. Dei questionari compilati 1.740 sono stati considerati rappresentativi per età, sesso, area geografica di residenza, stato sociale e grado di istruzione

Il rapporto con il dentista

In linea con i dati evidenziati da altre indagini recentemente presentate, tra tutte quelle dell'Istat, i cittadini che hanno partecipato al nostro sondaggio sembra non abbiano disertato gli studi odontoiatrici nell'ultimo anno (il 74,8% ha detto esserci andato) [Grafico 6].
Dal dentista ci si va perché si ha un problema/dolore (37,5%), per una visita di controllo (34%) per effettuare una seduta di igiene (28,5%).
Pazienti che durante la loro vita hanno cambiato spesso il loro dentista, il 41,6% ha dichiarato di averne avuti più di tre, ma di aver scelto il classico dentista con uno studio monoprofessionale.
Meno utilizzate le grosse strutture (6,2% le utilizza), ovviamente il dato è condizionato anche dal rapporto tra studi monoprofessionali e società, sbilanciato per i primi. Stesso discorso per gli ambulatori pubblici (li ha utilizzati il 2,7%), e questo non solo per la carenza di offerta visto che anche in Regioni dove il SSN è organizzato non sono molti i pazienti a recarsi negli ambulatori dell'Asl o in cliniche pubbliche.

Decisamente poco significativo il numero dei cittadini che si sono recati all'estero per farsi curare (1,1%). Gli italiani, quindi, preferiscono il dentista tradizionale ad altre forme di esercizio.

Si cambia dentista prevalentemente perché o il cittadino o il dentista si è trasferito (40%), non si era soddisfatti del suo lavoro (39,2%), per questioni
economiche (20,8%).
In una ipotetica classifica degli aspetti che influenzano maggiormente la scelta del dentista al primo posto i lettori di Dica33 mettono la pulizia dello studio seguito dalla capacità del dentista di spiegare le cure, del prezzo della prestazione e della cordialità del personale (considerate quasi allo steso livello), la possibilità di dilazionare i pagamenti ed il fatto che il dentista sia convenzionato con un fondo o una assicurazione.

Come già evidenziato da altre ricerche il fattore prezzo non sembra essere così determinante nella scelta del dentista, anche se ovviamente tenuto in considerazione.
Ad indicarlo come primo motivo di scelta le categorie sociali che faticano più di altre a fare quadrare i bilanci familiari: gli operai (il 20,8% ha indicato che il prezzo è determinante nella scelta), il pensionato (12,8%), il disoccupato (11,7%).
Nonostante le tante possibilità ed offerte che possono determinare la scelta è ancora il passaparola a condizionare la scelta del dentista.
In particolare si considera i consigli di amici e parenti (54,5%), oppure si continua ad andare dal dentista di famiglia (25,9%).
L'11,8% dichiara di averlo scelto in base alle tariffe proposte, perché l'ha trovato sul web o tramite Facebook (3,1%), ha letto la pubblicità su giornali o su cartelloni stradali (2,4%) oppure perché convenzionato con l'assicurazione o il fondo a cui il cittadino è iscritto (2,4%).

Il ruolo del web e della pubblicità nel condizionare la scelta

Come già evidenziato, tra i fattori di scelta i cittadini non sembrano essere condizionati dalla pubblicità per decidere a quale dentista rivolgersi, almeno non troppo. Infatti solo il 16,2% degli italiani intervistati sceglierebbe il dentista attraverso questo strumento.
Più influenzabili i maschi rispetto alla donne così come chi ha un diploma di scuola dell'obbligo rispetto a chi ha una laurea.
Ma se la pubblicità non sembra influenzare le scelte non è vista come uno strumento totalmente inutile e negativo. La pubblicità dello studio odontoiatrico viene giudicata utile per capire i servizi che offre dal 45,8% dei lettori che hanno aderito al sondaggio, poco professionale dal 28,9%, utile per capire le tariffe praticate dal 25,3%.

Sull'informazione pubblicitaria e sulla pagina web i cittadini dicono che vorrebbero trovare informazioni sul tipo di prestazioni svolte dallo studio, sulle attrezzature in dotazione, sul costo delle prestazioni, sul personale e suo collaboratori e da ultimo vedere le immagini dello studio.


Come reperisco informazioni sulla salute orale?

Negli ultimi 12 mesi i cittadini, per informarsi su problemi relativi a bocca ed alla salute in generale, hanno chiesto ad un professionista della salute (medico, dentista, igienista dentale), il 60,6% lo ha fatto. In alternativa, ma molto meno utilizzata, ha utilizzato la Rete, Google, social media, blog etc.

Ma quale è la fonte di informazione di cui il cittadino si fida di più?

Tra i professionisti della salute si fida del dentista (l'82,6% lo ha indicato in una scala da 1 a tre, come il più affidabile) seguito dall'igienista dentale (53,7%). Seguono poi i consigli di amici e parenti (14,3%), quelli del farmacista (13%).
Internet (10,5%) e televisione (4,7%) e giornali (4,4%) non vengono considerati come molto attendibili.
Nonostante questo i cittadini cercano informazioni sulla salute in Rete. Il 30,3% lo ha fatto una o due volte negli ultimi 6 mesi, il 17,1% due tre volte nell'ultimo mese,il 16,3% almeno una volta al mese, il 15,5% due o più volte la settimana, il 10% una volta alla settimana mentre non ha mai cercato questo tipo di informazioni online nell'ultimo anno il 10%.
Però le informazioni cercate riguardano la salute orale solo per il 7,5%, in generale si cerca informazioni sui sintomi e le malattie (49,7%), su benessere, nutrizione ed attività fisica (20,2%) e sulle terapie (11,6%).

Sull'argomento leggi anche:

23 Settembre 2014: Il dentista e le nuove tecnologie. Poca pubblicità ed attenzione verso le innovazioni cliniche, ma con sospetto

23 Settembre 2014: Nuove tecnologie nel dentale: una rivoluzione inevitabile (e necessaria) e non solo dal punto di vista dell'informazione

23 Settembre 2014: Le riflessioni di un odontoiatra

23 Settembre 2014: Costruiamo assieme il futuro


 

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