Corretta prescrizione ed utilizzo degli antibiotici in odontoiatria. Questi i consigli del prof. Roberto Mattina
La resistenza agli antibiotici è un'emergenza in sanità e sul banco degli imputati, accusati di prescriverne troppi e spesso senza giustificati motivi, spesso vengono posti gli odontoiatri. Ne abbiamo parlato con il prof. Roberto Mattina (nella foto), professore Ordinario Microbiologia Università Milano.
Perchè il problema dell’antibiotico resistenza interessa anche l’odontoiatra?
La resistenza batterica agli antibiotici rappresenta attualmente una grave emergenza di Sanità Pubblica che rischia di farci tornare all’era pre-antibiotica quando la mortalità infantile per malattie infettive era superiore al 20%.Tra le diverse cause di questo fenomeno c’è sicuramente l’uso eccessivo di prescrizione di antibiotici da parte dei medici e degli odontoiatri. Questi ultimi, tra l’altro, prescrivono antibiotici sia per curare infezioni acute, come ad esempio l’ascesso gengivale, ma anche per prevenire eventuali infezioni in conseguenza di interventi chirurgici a livello del cavo orale. Inoltre gli odontoiatri, a differenza dei medici, prescrivono gli antibiotici dodici mesi all’anno a prescindere dalla stagionalità.E’ necessario avere un approccio one-health, come suggerito dall’OMS, per contrastare questo drammatico fenomeno coinvolgendo non soltanto coloro che prescrivono antibiotici ma anche i farmacisti, i veterinari, i microbiologi e non ultimi i cittadini che devono assumere gli antibiotici attenendosi scrupolosamente a quanto indicato dal medico o dall’odontoiatra.
Per quali patologie odontoiatriche è consigliato prescrivere antibiotici?
L’odontoiatra dovrà prescrivere l’antibiotico nei casi di infezione batterica in atto o come profilassi in quei pazienti candidati ad intervento chirurgico a livello del cavo orale e per il quale c’è il rischio di una penetrazione importante di microrganismi presenti nel cavo orale nel torrente circolatorio o nel tessuto gengivale.La profilassi antibiotica in odontoiatria deve prevedere la somministrazione di un antibiotico che raggiunga concentrazioni efficaci nella mucosa gengivale e/o nell’osso alveolare, a dose piena o doppia, con un anticipo di circa un’ora rispetto a quando è programmato l’intervento.
Quali sono gli errori più comuni che può fare un odontoiatra nel prescrivere antibiotici?
Nella profilassi antibiotica capita a volte che l’antibiotico venga somministrato con largo anticipo rispetto a quando è programmato l’intervento (la sera prima o il giorno prima) oppure che venga assunto dopo l’intervento. Queste due modalità sono entrambe errate e, come già detto prima, la somministrazione va fatta un’ora o due ore prima dell’incisione in modo da assicurare la concentrazione di antibiotico più alta nel momento in cui stanno per fare ingresso nel tessuto e/o nel torrente ematico un gran numero di batteri.
Potrebbe dare delle indicazioni per una terapia antibiotica mirata e ragionata?
L’odontoiatra, nella stragrande maggioranza dei casi, attua una terapia antibiotica empirica-ragionata e non ricorre quasi mai al laboratorio di microbiologia che ha il compito di analizzare il materiale prelevato per isolare, identificare il patogeno e valutarne la sensibilità agli antibiotici mediante esecuzione dell’antibiogramma.I motivi che scoraggiano l’odontoiatra ad attuare una terapia mirata sono rappresentati innanzitutto dalla difficoltà di raccogliere un materiale idoneo e non contaminato dai numerosissimi batteri presenti nella nostra saliva e nella placca dentaria, dal tempo ancora oggi troppo lungo (almeno 48-72 ore) per poter fornire una risposta completa all’odontoiatra del risultato dell’esame microbiologico e non ultimo la modalità e i tempi di trasporto del materiale che spesso può contenere batteri anaerobi obbligati.Pertanto la terapia empirica-ragionata rappresenta un’ottima alternativa soprattutto per l’odontoiatra.La terapia empirica tiene in considerazione la probabile eziologia dell’infezione e dovrebbe far riferimento, soprattutto in questi periodi in cui la resistenza batterica è in continuo aumento, all’andamento delle resistenze presenti sul territorio dove l’odontoiatra svolge la sua attività.Sarebbe auspicabile che gli odontoiatri, di tanto in tanto, inviino campioni al laboratorio di microbiologia in modo da arricchire una banca dati sull’andamento delle resistenze batteriche agli antibiotici che indicherebbero quali antibiotici, nella zona dove il collega svolge la sua attività, sono ancora attivi e non hanno fatto registrare alti livelli di resistenza.
Sul tema avete organizzato una serie di webinar, a chi sono mirati, di cosa parlerete?
L’Università di Milano sta organizzando una serie di webinar sulla “Appropriatezza prescrittiva degli antibiotici e le resistenze batteriche”, accreditati con l’ECM, indirizzati ai medici di medicina generale e agli odontoiatri.L’Università di Milano, dal 2015 sta conducendo uno studio (Progetto OCRA – Osservatorio campano delle resistenze batteriche ambulatoriali) con circa 700 medici di medicina generale che hanno oltre 700.000 assistiti, che prevede di valutare l’appropriatezza prescrittiva degli antibiotici e tra l’altro, durante questi webinar, vengono discusse oltre 400.000 prescrizioni di antibiotici da parte dei medici di famiglia per infezioni del cavo orale che vengono confrontate con le prescrizioni fatte dagli odontoiatri distinguendo, per questi ultimi, se la somministrazione è avvenuta per terapia o per profilassi.L’ultimo appuntamento è programmato per sabato 17 aprile ma visto il successo delle precedenti 9 edizioni è molto probabile che verranno programmate ulteriori edizioni.
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