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13 Ottobre 2016

ENPAM, comparse e figuranti. Lettera aperta del dottor Mancini


Gentile direttore, le chiedo spazio per fare una serie di condirezioni sulla recente richiesta di commissariamento di ENPAM avanzata dall'OMCeO di Milano, iniziativa che, a mio parere, dovrebbe essere da stimolo per aprire il dibattito per alcune considerazioni sugli organi di rappresentanza previsti dall'attuale statuto.

Mi chiedo, ma cosa ci stanno a fare i componenti dell'assemblea nazionale, i componenti delle consulte se ogni qualvolta si presentano delle situazioni, legittimamente segnalate come critiche, si parte all'attacco con un ricorso alla magistratura?

Il precedente Consiglio Nazionale di ENPAM, composto dai soli presidenti di Ordine, è stato aggiornato in Assemblea Nazionale con l'ingresso di 71 componenti eletti in rappresentanza delle diverse realtà mediche e odontoiatriche. In particolare gli odontoiatri sono rappresentati da 11 presidenti CAO e da 14 eletti dai contribuenti della quota della libera professione.

Se consideriamo gli organi consultivi ovvero le consulte , gli odontoiatri sono presenti con quasi assoluta maggioranza nella consulta della libera professione con 22 componenti su 23. Nel CDA infine, gli odontoiatri hanno un vicepresidente e tre consiglieri.

Tralasciamo questi ultimi che potremmo considerare decisori di vertice, tutti gli altri cosa sono i figuranti di un rituale preconfigurato?

Perché non praticare un effettivo utilizzo degli strumenti di rappresentanza e di rappresentatività?

Perché degli odontoiatri decidono di disconoscere questo statuto piuttosto che affidare ai propri rappresentanti le istanze di chiarimento e l'azione dialettica istituzionale per portare avanti gli interessi previdenziali reali della professione odontoiatrica?

Espongo queste domande perché sono convinto che la Fondazione ENPAM debba continuare a restare fermamente nelle mani dei propri soci ovvero i medici e gli odontoiatri.

La vigilanza esterna è già prevista ad opera dei ministeri competenti, la riforma Fornero ci ha obbligati a una revisione del regolamento che non è stata passivamente accettata dai figuranti. Per testimonianza e partecipazione diretta posso affermare che organismi puramente consultivi come le Consulte e in particolare la Consulta della Libera Professione hanno dato un contributo reale e concreto proprio grazie all'impegno e alla passione dei colleghi.

Non credo che l'ingresso di "carte bollate" e commissari possano aiutare a dare una pensione migliore a chi ora è al lavoro e una pensione duratura a chi è già in pensione.

Credo invece che un utilizzo più consapevole degli strumenti di rappresentanza, quindi noi quali componenti odontoiatri dell'assemblea nazionale e delle consulte, debba essere l'azione da intraprendere per dare vita alle istanze di trasparenza e chiarezza della scelte strategiche, finanziarie ed economiche.

Ecco perché desidero esprimere il mio personale dissenso rispetto alla decisione dei colleghi componenti della Commissione Odontoiatri dell'Ordine di Milano di sostenere la richiesta di commissariamento della Fondazione ENPAM e di ricorso contro il nuovo statuto.

Peraltro non ho informazioni in merito alla richiesta di lettura di documentazione relativa a fatti specifici, che dovrebbe essere il primo passaggio di un'azione di tutela degli interessi generali.

Mi auguro invece che proprio a iniziare da Milano si possa attuare un modello di azione che veda la collaborazione tra consiglieri CAO e delegati lombardi all'interno di ENPAM per ottenere di più sul piano informativo generale ma soprattutto sul piano delle prestazioni e dei servizi previdenziali a favore degli iscritti. Iscritti che hanno il diritto di interpellare i "non solo figuranti".

Giovanni Evangelista Mancini: Componente dell'Assemblea Nazionale ENPAM per i Liberi professionisti odontoiatri e componente della Consulta della Libera Professione quale rappresentante nazionale, vicepresidente della Sezione ANDI Milano, Lodi Monza e Brianza.

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