Una maggiore istruzione e i contesti economico-sociali e individuali sono gli elementi che hanno contribuito a rendere questa coorte di popolazione non solo più longeva, ma anche sistematicamente più sana rispetto alle generazioni precedenti. Anche per quanto riguarda la loro dentatura
I baby boomer sono stati la prima generazione a beneficiare dei progressi della medicina preventiva e dell'odontoiatria, che include una dieta sana, esercizi di routine e l'uso di acqua fluorurata e dentifrici.
Gli spot televisivi sui dentifrici negli anni Cinquanta furono i primi a consigliare di lavarsi i denti due volte al giorno ed effettuare visite regolari dal dentista.
Queste pubblicità hanno fortemente influenzato l'atteggiamento del pubblico nei confronti dell'igiene orale.
La recente ricerca La salute parte dall’igiene orale - Conoscere per informare – curata dall’Osservatorio MOHRE con Expo RDH, l’evento dedicato all’aggiornamento degli igienisti dentali e in collaborazione con EACI – ha esaminato i comportamenti delle due principali coorti di boomer americani (quelli nati dal 1945 al 1954 e quelli dal 1955 al 1964) analizzando i determinanti sociali che hanno portato a una maggiore conservazione del numero dei denti anche in età avanzata.
Questa condizione è attribuibile a contesti economici e sociali oltre che individuali. I boomer sono più istruiti di qualsiasi coorte precedente; infatti, il 25% è andato al college, che ha dato loro maggiori opportunità di lavoro in posizioni meglio pagate.
“Quella degli igienisti è una figura fondamentale se vogliamo parlare davvero di prevenzione e di riduzione del rischio di malattie” sottolinea Johann Rossi Mason, Direttore dell’Osservatorio MOHRE. “Sono proprio questi professionisti i deputati a dare le corrette informazioni sull’igiene dentale quotidiana che rappresenta un elemento fondamentale nella prevenzione di carie e parodontiti, due fenomeni che, se non trattati, determinano effetti a catena sulla salute dell'intero organismo.”
In particolare negli anziani la mancanza dei denti non è solo un problema estetico, ma molto più importante: edentulia, perdita di osso di sostegno o situazioni compromesse dei denti portano a dolore, disagio e problemi di masticazione.
Questo significa un’alimentazione scorretta, per esempio con uno scarso apporto di proteine (che necessitano di una masticazione più energica), conseguenti carenze nutritive con perdita di massa muscolare e forza, la cosiddetta sarcopenia. Con il risultato finale di una maggiore fragilità e difficoltà di recupero in caso di malattia oltre, ricordiamolo, al rischio di cadute.
In Italia l’edentulismo totale raggiunge il 60% tra gli anziani ultraottantenni ed è più diffuso tra i soggetti di bassa estrazione sociale (29,4%). In particolare tra i 45 e i 64 anni, la percentuale di chi non ha nessun dente naturale è massima tra chi ha conseguito la licenza elementare (11,8%), contro il 6% di chi ha il titolo di media inferiore.
“Questi dati Istat ci raccontano che un basso livello di istruzione influisce probabilmente sia sul livello di igiene domiciliare che sulla possibilità di accedere a regolari sessioni di igiene professionale” sottolinea Rossi Mason.
Coerentemente con la teoria dei determinanti sociali di salute i soggetti con problemi di salute orale sono quelli con redditi insufficienti, gli immigrati, le persone poco istruite e quelle che vivono in aree di degrado urbano o aree rurali isolate. Sperimentano un maggiore stress per la sopravvivenza e considerano una carie o la perdita di un dente un problema “trascurabile” rispetto alle sfide che affrontano quotidianamente.
“Quando i denti cadono la mandria è già fuggita” sostiene Alice Alberta Cittone, dottoressa in igiene dentale e responsabile di Expo RDH. “Abbiamo già perso una battaglia importante e dobbiamo rinegoziare le regole. Innanzitutto il dente mancante deve essere ripristinato per evitare un ‘effetto domino’ di tutti gli altri, poi è necessario fare educazione e prevenzione per evitare che anche gli altri facciano la stessa fine. Il rischio è compromettere masticazione, digestione e parola. In questo quadro l’igienista è un consulente che può supportare l’educazione con pazienza cercando di aiutare il paziente a collaborare e a seguire le indicazioni e soprattutto i controlli.”
La ricerca completa Demographics and social determinants of oral health for baby boomers (di Ettinger e Marchini, pubblicata suSpecial Care in Dentistry) è consultabile a questo link.
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