Dall’approvazione della Legge comunitaria 2005/36 CE, che permette la libera circolazione dei professionisti nella comunità europea, si teme un’invasione da parte dei dentisti stranieri. In particolare di quelli provenienti dai Paesi dell’Est. In realtà, molti segnali sembrerebbero contrastare questa ipotesi. Per esempio in Inghilterra, Paese in perenne ricerca di dentisti disposti a convenzionarsi con il pubblico, società, in prevalenza polacche, avevano tentato di promuovere strutture lowcost.
Strutture che non hanno attecchito come sperato proprio per la reticenza dei pazienti a rivolgersi a dentisti stranieri e anche perché gli stessi dentisti “emigrati”, appena possibile, hanno preferito tornare a esercitare nel proprio Paese. Certamente anche in Italia i pazienti, potendo scegliere tra un dentista italiano e uno straniero, scelgono quello “nostrano”. Però, con l’aumento dell’immigrazione e il radicarsi di comunità straniere, questi nuovi cittadini preferiranno rivolgersi per la cura dei denti a connazionali; per questo già oggi i dentisti dei Paesi dell’Est vengono ricercati da studi gestiti da professionisti italiani poiché tra la loro clientela annoverano molti pazienti ucraini, romeni o di altre nazioni.
Se nessuno può dire tra qualche anno quanti saranno i dentisti stranieri a operare in Italia, oggi i numeri disponibili indicano che sono decisamente pochi. Secondo quanto fornitoci dal ministero della Salute, dal primo gennaio 2008 al 31 dicembre dello stesso anno, i riconoscimenti delle lauree comunitarie pubblicati sulla Gazzetta ufficiale sono stati 56. Dal primo gennaio al 19 marzo 2009, gli odontoiatri stranieri che hanno chiesto il riconoscimento del proprio titolo di studio sono stati 16. Più difficile indicare quanti odontoiatri extracomunitari hanno ottenuto il riconoscimento.
Nell’ultima sessione di esame organizzata all’Università Sapienza di Roma per conto del ministero della Salute svoltosi nel 2007, sui 250 aspiranti solo 15 sono risultati idonei. In questi giorni si sta svolgendo una nuova sessione d’esame.
Così viene riconosciuta una laurea comunitaria
La materia è regolata dalla Direttiva comunitaria 2005/36. Per vedere riconosciuto il proprio titolo di studio l’interessato deve presentare una domanda al ministero della Salute corredata da una serie di documenti.
Non tutte le lauree provenienti da Paesi comunitari sono però trattate allo stesso modo. Il decreto prevede, infatti, che i titoli di studio conseguiti in Paesi comunitari siano conformi alla direttiva comunitaria solo da un determinato anno. Gli anni variano da Paese a Paese, dipendendo dalla data di adeguamento del percorso formativo a quello indicato dalla UE. Per esempio i titoli italiani, come per la maggior parte dei Paesi che hanno dato vita alla UE, sono riconosciuti dal 1980, quelli spagnoli dal primo gennaio 1986, quelli dei principali Paesi dell’Est dal 1 maggio 2004. Stessa modalità per il riconoscimento dei diplomi di specialità. Presentati i documenti, il Ministero ne verifica la validità contattando le autorità competenti del Paese del richiedente (in prevalenza gli analoghi ministeri della salute) che devono dichiarare se la formazione che ha fatto il soggetto per ottenere quel titolo/diploma è conforme a quanto previsto dalla direttiva per quella professione.
In questa fase è anche verificata l’autenticità del titolo. Se tutto è in regola, mediamente entro 3/4 mesi da quando la pratica viene presentata, si ottiene il decreto di riconoscimento pubblicato su Gazzetta ufficiale. Con il decreto di riconoscimento il dentista comunitario richiede l’iscrizione all’Ordine della provincia di residenza che esegue ulteriori control l i prima di registrarlo. Un meccanismo, ci spiegano dal Ministero, che riduce al minimo il rischio che vengano presentati titoli falsi. È forse proprio per il sistema di verifica adottato che le varie inchieste che hanno portato alla scoperta di persone con titoli di laurea contraffatti - non solo in odontoiatria - hanno rilevato che trattavasi di atenei italiani. Titoli sottoposti al controllo del solo Ordine professionale.
Così viene riconosciuta la laurea extracomunitaria
Per il riconoscimento di una laurea extracomunitaria l’iter è decisamente più complesso e meno scontato.
Il richiedente presenta una domanda sempre la ministero della Salute fornendo una serie di documenti tra i quali il dettaglio dei piani di studio. La domanda è esaminata da una commissione che valuta i piani di studio e indica le eventuali carenze formative cui il richiedente deve far fronte. Il richiedente dovrà poi sostenere degli esami scritti e orali sulle materie indicate come carenti. Gli esami sono organizzati dal Ministero in atenei italiani convenzionati. Per quello di quest’anno sono stati convenzionate le Università Sapienza di Roma e quella dell’Aquila.
Titoli medici conseguiti nell'UE riconosciuti da gennaio a dicembre 2008Medico 183 Odontoiatra 56 Veterinario 37 Farmacista 25 Specialisti 85 Totale 386
Titoli medici conseguiti nell'UE riconosciuti dal 1 gennaio al 19 marzo 2009Medico 26 Odontoiatra 16 Vetereinario 12 Farmacista 1 Medici specialisti 10 Medico + specialista (riconoscimento contestuale) 16 Totale 81
GdO 2009;18
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