E’ stata la settimana dell’insediamento del nuovo Governo e del discorso programmatico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.Tra i temi toccati, che hanno suscitato polemiche, quello dell’innalzamento del limite al contante e la “tregua fiscale”. Non essendo titolato a farlo, non entro nel merito se incentivare o limitare l’utilizzo del contante serva a combattere l’evasione fiscale.
Qualche opinione sul tema “tregua fiscale” intesa come sanatoria delle cartelle esattoriali non pagate invece l’avrei, ma sarebbe condizionata dal mio vizio di pagare multe, bolli e bollette.
Non entrerò nel merito neppure del programma, consiglio di leggere il testo integrale letto dalla Presidente Meloni in Aula, credo non potrete non solo concordare con quanto si impegna a fare sul fronte lavoro, fisco, sburocratizzazione e sostegno delle imprese, autonomi, professionisti, ma anche auspicare che questo avvenga al più presto.
Nel suo discorso programmatico l’On. Meloni ha assicurato l’impegno per creare “meno burocrazia, regole chiare e certe, risposte celeri e trasparenti”, ridurre “l’eccessivo carico fiscale sul lavoro”, poter andare in pensione “dopo una vita di lavoro”.Da standing ovation quanto dice: “tutti sappiamo quanto l’eccesso normativo, burocratico e regolamentare aumenti esponenzialmente il rischio di irregolarità, contenziosi e corruzione. Un male che abbiamo il dovere di estirpare”. Ad estirparlo ci aveva già provato lo stesso centro destra nei 18 anni dei governi Berlusconi, ma sono certo che questa volta ci si riuscirà.
Poi la parte sul fisco che anche questa volta passa come lo strumento per vessare il cittadino attraverso le tasse, e non come lo strumento per finanziare servizi, sanità, infrastrutture, e se c’è chi le tasse non le paga, i servizi non si possono attivare. E per il Paese con il terzo debito pubblico più alto al mondo, non credo sia un argomento da sottovalutare.
E su questo tema, fisco vessatorio, il dito viene puntato contro l’Agenzia delle Entrate accusata dalla Meloni, di cercare gettito e non reali evasori.
Un po’ come quando ce la prendiamo con il vigile con l’autovelox fermo al fondo di un rettilineo isolato, accusato di voler portare soldi al Comune dimenticandoci che in realtà la colpa, al limite, e di chi ha messo un limite di velocità troppo basso in un tratto non pericoloso e dall’altra chi non rispetta il limite di velocità e si fa multare.
“Abbiamo bisogno di meno regole, più chiare per tutti e di un nuovo rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, perché il cittadino non si senta parte debole di fronte a uno Stato tiranno che non ne ascolta le esigenze e ne frustra le aspettative”.
Vero, ma lo Stato non è tiranno perché fa rispettare le regole, al limite sono le regole difficili da applicare perché scritte male, non sono chiare, a rendere difficile la vita del cittadino.Ha regione la Meloni quando dice che servono regole più chiare, alcune delle attuali sono inapplicabili perché troppo interpretabili, con il rischio che non si riesca ad essere mai in regola perché dipende da come interpreta la norma chi viene a controllare.
Ma sburocratizzare, chiedere regole chiare, lo ricordo a noi cittadini, non vuole dire nessuna regola. E la Meloni non lo dice ma il rischio è che il cittadino pensi questo.
Certo, si può indicare alla Giardia di Finanza di concentrare i controlli verso i grandi e lasciare in pace i piccoli, ma se non si cambiano le regole del gioco, i piccoli che si sentono legittimati a non rispettare le regole che ritengono vessatorie, saranno sempre e comunque passibili di sanzione, se un giorno si decide di fargli visita.
Come può essere letto dall’autonomo il passaggio sul tema della lotta all’evasione?“E in ultimo, una serrata lotta all’evasione che deve partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’IVA, e soprattutto deve essere vera lotta all’evasione, non caccia al gettito. È la ragione per la quale intendiamo partire da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente è avvenuto finora”.
Per il cittadino convinto che burocrazia sia il sinonimo di regole oppressive, la frase ad effetto pronunciata dalla presidente Meloni quando annuncia il motto del suo Governo -“non disturbare chi vuole fare”- rischia di passare come un liberi tutti, anche se si cambiano le regole. Perché qualcuno che considera le norme che non vuole rispettare limitative alla propria libertà, ci sarà sempre.
Sentendo quella frase mi è venuto in mente il racconto di qualche giorno fa di un nostro lettore vostro collega che mi dice: nella mia città c’è un abusivo sotto la lente da tempo. In venti anni sarà stato denunciato oltre 10 volte ma ha sempre ripreso a lavorare con l’aiuto di prestanome prima e direttori sanitari quando ha attivato una Srl. Nei giorni scorsi, continua a raccontarmi, i Carabinieri lo hanno nuovamente denunciato mettendo i sigilli alla vetrina del suo studio in pieno centro. Dopo poche ore, mi dice, sulla vetrina vicino alla notifica di sequestro, c’era appicciato un foglio con la scritta: per appuntamenti telefonate al numero xxxxxx.
La vicenda è certamente un paradosso abbinandola al discorso della Presidente Meloni, ma se consideri inutili le regole che ti impediscono di fare cosa vuoi fare ed oppressore chi le fa rispettare, chiunque è legittimato a voler non essere disturbato mentre fa quello che ritiene giusto fare anche se non rispetta le regole. Poi c’è la questione fiscale, oggi l’abusivo viene contrastato anche come evasore, con il nuovo metro di giudizio questi saranno ugualmente i piccoli da non andare a controllare?
Quel finto dentista denunciato per l’ennesima volta è legittimato a considerare tiranno lo Stato che continua a controllarlo e sanzionarlo perché per fare quello che pensa di saper fare -curare i denti- gli impone della burocrazia: un inutile pezzo di carta, la laurea. Forse meglio sarebbe stato dire: saremo il Governo che non disturba chi vuol fare rispettando le regole che ci impegnammo a renderle giuste e facili da applicare.
Ma come slogan è certamente troppo lungo, sono sicuro che lo spirito è però quello, la Presidente Meloni lo ha detto nel suo discorso, quindi subito riforme che permettano a noi cittadini di rispettare facilmente le regole imposte. Riforme che devono toccare anche le tante regole contorte ed ambigue che gravano sul settore dentale.
Photo Credit: Governo.it
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