HOME - Cronaca
 
 
26 Aprile 2011

E se hanno ragione entrambi?

di Norberto Maccagno


Nelle scorse settimane una serie di notizie hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema, se tale lo vogliamo definire, degli studenti italiani iscritti ad odontoiatria in università private estere: prevalentemente in Spagna e Ungheria.
Su di un noto quotidiano on-line dedicato al settore dentale viene riportata l’intervista ad uno studente italiano iscritto a Madrid, l’agenzia Adnkronos Salute qualche settimana dopo pubblica l’esperienza di un italico studente iscritto a Bucarest.
Salvo i costi delle rette universitarie, quasi dieci volte più alta quella spagnola rispetto all’ungherese, le modalità di accesso sono simili e così quelle di frequenza, anche se nello specifico quello che studia in Spagna ha scelto un corso “intensivo” che gli permette di frequentare le stesse ore dei colleghi che frequentano il corso standard ma in meno giorni la settimana.
Altro aspetto comune il fatto, dicono entrambi, che in quelle università si impara veramente a fare i dentisti soprattutto dal punto di vista pratico. Ma ovviamente, per entrambi, la scelta di vivere all’estero ed imparare una nuova lingua è dettata dal non essere riusciti a superare i test di ingresso in Italia. Tutti e due imputano questo ad un sistema, quello dei test, iniquo.
Tra Spagna ed Ungheria si stima che oggi siamo oltre 2 mila gli studenti italiani che stanno frequentando odontoiatria in atenei privati. In prevalenza figli di dentisti che possono in questo modo dare una continuità “familiare” al proprio studio.
Meno contenti di questo sono gli studenti che i test li hanno superati. Il loro timore è che i connazionali che studiano all’estero, una volta tornati in Italia, gli porteranno via delle opportunità.
Un gruppo di questi ha aperto una pagina Facebook per sensibilizzare sul problema chiedendo aiuto al presidente Andi.
“Siamo stufi –scrive Luca Sala il capofila dell’iniziativa- di essere presi in giro, non è giusto che noi studenti italiani dobbiamo affrontare il numero chiuso e studiare 6 anni per poi essere equiparati a quelli che studiano in Spagna o Romania. Urge un intervento per bloccare gli studenti "furbi" altrimenti l'odontoiatria italiana sarà destinata al fallimento; vedi la situazione lavorativa spagnola in fortissima crisi”. “Ci teniamo a precisare –conclude- che la nostra apertura all'Europa è massima, purché gli studenti siano provenienti da università pubbliche e con il numero chiuso, cosi come è in Italia”.
Presidente Andi che risponde, stesso mezzo, ricordando che l’associazione ha chiesto da tempo all’Europa provvedimenti restrittivi.
Ipotizzare una soluzione è davvero difficile. Da un lato la voglia di tutelare gli studenti italiani sapendo bene che il numero programmato non nasce per limitare l’accesso alla professione (quindi avere sul mercato più dentisti non è un problema che l’Europa e neppure l’Italia può contrastare), dall’altro mantenere il diritto degli studenti europei di andare a studiare dove credono. Si pensi ad alcune facoltà straniere, non in ambito sanitario, molto ambite.

Studiare all’estero è una pratica legale come è legale chiedere il riconoscimento in Italia del proprio titolo di studio conseguito all’estero e viceversa. E poi ha ragione quanto ci dice il prof. Ferrari su questo giornale: ricordiamoci che tra una decina di anni quando questi studenti torneranno in Italia per fare i dentisti saranno in età da pensione 15mila colleghi.
Non bisogna quindi criminalizzare nessuno anche se è giusto, e logico, che si tenti di chiarire una lacuna legislativa, se questa c’è.
Il presidente del Collegio dei Docenti, la prof.ssa Antonella Polimeni dalle pagine di questo giornale ricorda come l’esperienza formativa all’estero degli studenti italiani sia fondamentale. Ma ricorda che questa deve essere il completamento del percorso di studi nazionale.
Intanto sul problema scatenante di tutta la faccenda, il numero chiuso, il ministro dell’Istruzione Università e Ricerca Mariastella Gelmini rispondendo ad un interpellanza parlamentare annuncia possibili modifiche all’attuale sintema. Graduatorie su base regionale, meno influenza sui risultati delle domande di cultura generale ed un unico test per medicina ed odontoiatria se soluzioni annunciate. Il tutto già dai test di ammissione del settembre prossimo.
Sapere che i futuri medici e dentisti italiani saranno selezionati più sulla loro preparazione in chimica e biologia che su quella su Catullo o sulla storia dell’arte ci conformata, un po’ meno ricordare che già nel 2008 il Ministro aveva promesso di modificare i test. Promessa che non si è ancora concretizzata.

GdO 2011;3

Copyright © Riproduzione vietata-Tutti i diritti riservati

Articoli correlati

Per il prof. Gagliani quello del numero chiuso è un finto problema quello vero: la trasformazione della docenza e del corso di laurea. E poi si chiede, può una disciplina medica reggersi sul...

di Massimo Gagliani


Due le sessioni, una ad aprile ed una a luglio, poi entro fine luglio la possibilità di candidarsi indicando il migliore punteggio ottenuto tra le due prove. Ai primi di settembre la graduatoria


Nel 2021 sono state il 33% in meno rispetto al 2020. Stabile il numero dei cittadini stranieri che hanno scelto il nostro Paese per esercitare


Iandolo (CAO) auspica che venga mantenuto il numero chiuso e giudica la programmazione “fallimentare”, e ritorna ad invocare una revisione del requisito della specializzazione


Il Ministero dell’università e della ricerca ha pubblicato il calendario delle prove per i test di ammissione ai corsi a numero programmato 2022/2023.Il 6 settembre è previsto quello per...


Secondo i dati dell’Osservatorio sulle entrate fiscali sono al settimo posto per reddito tra gli iscritti alle casse professionali, ma sono tra quelli che devono fatturare di più per ottenere quel...


Gli studi monoprofessionali sono meno di quelli attivi 5 anni fa, crescono solamente le società. Ecco i dati diffusi dal MEF (2023, dichiarazione 2024)


Accordo tra ANDI e Ministero delle pari opportunità per formare gli odontoiatri a cogliere i segnali e aiutare le vittime


Una ricerca inglese ha valutato l’impatto che può aver avuto la pandemia da Covid-19 sulla salute mentale dei dentisti oltre a comprendere i livelli di stress che la pandemia ha causato e i...

di Lara Figini


Uno studio inglese indaga il suo “potere distrattivo” durante le sedute

di Lara Figini


Nelle due giornate verranno affrontati temi interessanti dagli oltre 30 relatori, scelti tra gli esperti del settore più affermati a livello nazionale e internazionale. I...


Questo anniversario è la testimonianza della dedizione, dell'impegno e della continua ricerca di eccellenza nel campo dell'odontoiatria


Altri Articoli

L’Health at a Glance: Europe 2024 evidenzia che la spesa out-of-pocket per le cure sanitarie. Quelle odontoiatriche incidono in modo significativo sui bilanci familiari,...


Dovrà risarcire un paziente con 15milioni di dollari per avergli cagionato la perdita del gusto dopo una estrazione


Il Ministero della Salute Orazio Schillaci esprime parere contrario all’emendamento che attribuisce ai medici la responsabilità primaria dei danni ai pazienti


Pubblicato il Decreto di nomina della nuova Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie e dei componenti che esamineranno gli affari concernetti le singole...


Dal Convegno ANDI Lombardia la proposta di una normativa specifica per le società odontoiatriche, con l’obiettivo di tutelare i cittadini: iscritte in appositi Albi con maggiori poteri di...


Anche medici ed odontoiatri potranno ricongiungere i contributi in ENPAM. Soddisfazione di AIO, che fu impegnata in una azione giudiziaria per sostenere questo diritto, e ADEPP


Solo il 19% degli iscritti al 5° e 6° anno di medicina e odontoiatria ha deciso di aderire all’iscrizione agevolata ottenendo, anche, copertura previdenziale e assistenziale


L’odontoiatra viene assolto in appello e la Cassazione conferma: ha rispettato le linee guida


Aziende     24 Novembre 2025

Venti anni di Ultradent Italia

L’obiettivo è quello di supportare i professionisti a migliorare la salute delle persone. Ne abbiamo parlato con il presidente e CEO Dirk Jeffs e con Aurelio Gisco Area Vice President


Anelli: “Colpo di spugna sulla legislazione degli ultimi dieci anni, rischio è fuga in massa verso l’estero” 


Un libro bianco del CED per promuovere l’attenzione verso la tutela della salute orale dell’anziano. “Servono azioni urgenti per rendere la salute orale parte integrante della politica...


Un sondaggio dell’Università Bicocca di Milano per “capire” la conoscenza e l’approccio degli odontoiatri e degli igienisti dentali nella gestione dei pazienti con ansia dentale


La prof.ssa Nardi ricorda come la percezione sensoriale sia determinante per l’adesione ai corretti stili di vita, influenzando la motivazione della persona assistita

di Prof.ssa Gianna Maria Nardi


La longevità passa (anche) dalla cura della bocca e del naso. Prof. Testori: “La bocca è assai di più di un semplice strumento masticatorio: è un vero e proprio ecosistema pulsante di vita”.


 
 
 
 
IDI Evolution

Il Podcast
dell'Innovazione
Odontoiatrica

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Iscriviti alla Newsletter

 
 

Corsi ECM

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

I più letti

 
 

Corsi, Convegni, Eventi

 
 
 
 
 
 

Guarda i nostri video

Guarda i nostri video

Integrazione tra scanner facciale e tracciati mandibolari

 
 
 
 
chiudi