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30 Marzo 2015

Cellule staminali ricavate dalla polpa dentaria. Creazione e sviluppo delle banche dei denti da latte e ruolo dell'odontoiatra

di Lara Figini


Perché mettere sotto il cuscino  i dentini da latte o buttare i denti del giudizio estratti?
Purché sani e privi di carie o patologie i denti, e nello specifico la polpa dentaria, rappresentano un "tesoro biologico" facilmente prelevabile e che non comporta alcuna problematica etica, morale, deontologica, religiosa, nonché giuridica,  da cui ricavare cellule staminali adulte (non embrionali) che sono una fonte inesauribile di cellule pluripotenti, capaci di differenziarsi all'occorrenza in diverse linee cellulari.

Cosa possono servire

Con le cellule staminali l'intento della bio-ingegneria e della ricerca biologia è quello  oltre che di curare o prevenire patologie sistemiche (dalle cardiovascolari alle oncologiche etc.),  anche quello di rigenerare tessuti o addirittura organi.

Ad oggi le cellule staminali adulte si possono ricavare:

• dal midollo osseo;
• dal cordone ombelicale (dal sangue cordonale aspirato alla nascita);
• da pochissimo tempo anche dalla polpa dentaria.

Uno studio giapponese pubblicato nel 2009 ( Fully functional bioengineered tooth replacement as an organ replacement therapy. Ikeda E, Morita R, Nakao K, Ishida K, Nakamura T, Takano-Yamamoto T, Ogawa M, Mizuno M, Kasugai S, Tsuji T. Proc Natl Acad Sci U S A. 2009 Aug 11;106(32):13475-80) ha dimostrato su animale la possibilità di creare un dente perfettamente funzionante a partire dalle staminali.
Gli autori hanno impiantato un germe dentale, creato in laboratorio dalle staminali mediante le tecniche di bio-ingegneria, nell'alveolo di un topo adulto e da li hanno ottenuto un  dente perfettamente erotto e in occlusione, che avesse una struttura dentale corretta, con i tessuti mineralizzati adeguati per la masticazione , rispondente agli stimoli termici, del dolore e agli stress meccanici, assolutamente cooperante con gli altri tessuti orali e maxillofaciali.

Le cellule staminali  sono utili nelle terapie di patologie sistemiche ma possono essere anche utilizzate per curare i  denti stessi?

Recentissimamente è stata pubblicata una revisione (Translational Opportunities in Stem Cell-based Endodontic Therapy: Where Are We and What Are We Missing? Ove A. Peters, DMD, MS, PhD JOE — Volume 40, Number 4S, April 2014) in cui  viene valutato criticamente lo stato attuale della terapia di rigenerazione della polpa dentaria mediante le cellule staminali.

Per quanto riguarda le metodiche di apicegenesi e apecificazione, studi in letteratura hanno suggerito che forami apicali di un diametro di 1 mm e oltre  sono favorevoli per la completa rivascolarizzazione.
Tuttavia , è stato dimostrato di recente con studi su cani beagle che anche  taglie più piccole di forame apicale possono consentire alla  rigenerazione pulpare in condizioni specifiche. Possibili nuove strade in ricerca possono essere rappresentate dall'utilizzo di cellule staminali per generare mediatori coinvolti nell' angiogenesi per ricostruire il tessuto pulpare apicale.

Sistematicamente esistono due strategie nettamente differenti  riguardanti le cellule staminali per ottenere la riparazione e/o la rigenerazione dei tessuti danneggiati: in primo luogo l'approccio acellulare in situ con stimolazione delle cellule staminali e la modulazione della loro attività e, in secondo luogo, l'approccio cellulare costituito ex vivo di una coltura cellulare e l'uso di cellule staminali in ingegneria tissutale nella cultura.

Circa la terapia rigenerativa innovativa studi hanno rivelato che la pasta antibiotica utilizzata come medicazione antimicrobica nei trattamenti canalari può essere altamente tossica per le cellule staminali del forame apicale. Secondo questi autori l'idrossido di calcio risulta essere più favorevole per la sopravvivenza delle cellule staminali rispetto alla pasta antibiotica duale e tripla. Inoltre  la ricerca sistematica ha indicato che la clorexidina è tossica per le cellule staminali, e, quindi, questo irrigante non dovrebbero essere utilizzato nella terapia rigenerativa.

L'uso di EDTA viene invece  raccomandato dopo la disinfezione. I risultati della ricerca di Smith et al. hanno evidenziato che l'EDTA promuove la differenziazione delle cellule staminali della polpa dentale in odontoblasti con conseguente deposizione di tessuti duri. Altri studi in bibliografia hanno evidenziato su  base radiografica che  i casi di rigenerazione pulpare hanno rivelato anche un aumentato spessore della parete radicolare e l'allungamento della radice. In conclusione si può dire che lo stato attuale delle tecniche di utilizzo di cellule staminali nella terapia endodontica (per la rigenerazione della polpa) è caratterizzato da un approccio empirico.

Il ruolo dell'odontoiatria

Esistono però specifiche opportunità in questo campo che hanno il potenziale di portare a cambiamenti significativi nella terapia endodontica nel futuro prossimo e lontano, magari con diverse conseguenze inaspettate.
Alla luce di questa opportunità, la figura dell'odontoiatra potrebbe evolvere non limitandosi esclusivamente alle cure odontoiatriche, ma assumendo nuovi ruoli. Innanzitutto deve informare i pazienti dell'esistenza delle Cellule Staminali dentali e della possibilità di estrarle e conservarle per il benessere e la salute futuri.
Inoltre, potrà partecipare attivamente alla preparazione dei campioni per il processamento e la crioconservazione. Affinché questo tipo di pratica diventi routine, è necessario che il medico dentista sia consapevole del suo ruolo chiave di "estrattore" di cellule staminali.

Soprattutto all'estero, è da poco disponibile un servizio che garantisce la preservazione delle proprie cellule staminali  della polpa dentaria in Banche Biologiche specializzate per un futuro impiego autologo. Le  Bio -Bank  si occupano di crioconservazione delle cellule staminali originate dalla Polpa Dentale (pulpari , parodontali etc.), e ad ogni unità arrivata al laboratorio della Bio-Bank, viene assegnato un numero identificativo univoco. Le cellule staminali della polpa dentale  estratte vengono preparate per lo stoccaggio in condizioni di massima sterilità in "camera bianca". Le unità di Criocongelamento sono chiaramente contrassegnate con il nome e il codice del Paziente, la data di nascita, la data di processamento.

La crioconservazione avviene dentro dei tank di azoto liquido, con un meccanismo computerizzato che controlla la graduale discesa della temperatura fino ad arrivare a -196 C° ( -321 Fahrenheit). Questo processo garantisce una totale sicurezza nello stoccaggio delle cellule staminali, proprio perché impedisce che esse subiscano l'urto termico del congelamento, evitando in questo modo il deterioramento cellulare durante il processo di congelamento. Le "Camere Bianche" sono monitorate con sofisticati sistemi di controllo al fine di evitare qualunque errore di processo e qualunque rischio biologico.

Da poco tempo, anche in Italia è possibile richiedere il prelievo sterile, immediatamente seguito dall'invio secondo protocollo alla Bio-BANK, per la crioconservazione della polpa dentale e lo "stoccaggio", e in questo l'odontoiatra gioca un ruolo fondamentale.

A cura di: Lara Figini, Coordinatrice scientifica Odontoiatria33

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