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13 Febbraio 2008

Funzionalità ed estetica in chirurgia ortognatica

di Danilo A. Di Stefano


Il professor Aldo Bruno Giannì, nato a Milano nel 1965, si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1989 e consegue quindi nel 1994 la specialità in Chirurgia Maxillo-Facciale presso l'Università degli Studi di Milano. Diviene ricercatore universitario nel 1991, professore associato nel 1999 e infine, nel 2005, professore straordinario in Chirurgia Maxillo-Facciale presso l'Università degli Studi di Milano. Dirige, dal 2002, l'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale presso l'Istituto Galeazzi di Milano ed è Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale dell'Università degli Studi di Milano.
La prima parte dell'intervista affronta temi legati alla chirurgia ortognatica dal punto di vista prettamente diagnostico e terapeutico, la seconda è dedicata ai risvolti funzionali e psicologici.

Professor Giannì, quando un paziente adulto affetto da malocclusione necessita di un trattamento chirurgico?
Innanzitutto il trattamento delle deformità dento-scheletriche non è quasi mai solo chirurgico ma più spesso ortodontico-chirurgico, cioè necessita sempre di una strettissima collaborazione tra l'ortodontista, che si preoccuperà dell'allineamento dentario pre e postoperatorio, e il chirurgo, che invece programmerà tipo e rilevanza dei movimenti delle ossa mascellari. Bisogna porsi due domande preliminari: il trattamento ortodontico da solo può correggere adeguatamente e stabilmente la malocclusione e, in caso affermativo, tale trattamento può rispondere alle reali motivazioni estetiche del paziente? L'unico consiglio pratico che mi sento di dare è quello di non guardare unicamente il paziente dal punto di vista occlusale, poiché spesso occlusione e scheletro (e tessuti molli) presentano problematiche molto differenti tra loro e lo studio dell'occlusione il più delle volte non ci aiuta nel capire il tipo di deformità scheletrica. Infine ricordiamoci che normalità dei parametri cefalometrici e bellezza del viso non necessariamente coincidono.

Ha parlato quindi di un rapporto privilegiato con l'ortodontista. Può spiegare meglio come questo rapporto avviene e quale è il ruolo che chirurgo e ortodontista hanno nella terapia di queste patologie?
Il rapporto è paritetico: L'ortodontista che si occupa di prechirurgica deve conoscere le problematiche chirurgiche senza pretendere di fare il chirurgo, così come il chirurgo ortognatodontico deve conoscere le principali problematiche ortodontiche senza ovviamente pretendere di eseguire in prima persona il trattamento preparatorio.

Ma allora qual è esattamente la finalità dell'ortodonzia pre e post-chirurgica?
Lo scopo dell'ortodonzia prechirurgica è quello di rendere evidente il problema scheletrico anche a livello occlusale. Questo vuol dire eliminare i cosiddetti compensi dento-alveolari che si sono instaurati spontaneamente nella bocca del paziente per ritrovare una possibile masticazione; in ultima analisi questo significa un temporaneo peggioramento dell'occlusione dentaria. Il tutto è ovviamente finalizzato alla successiva fase chirurgica di spostamento delle ossa mascellari che riuscirà ad ottenere in tal modo, oltre che una buona estetica, anche una buona occlusione.

Se un paziente presenta una deformità scheletrica ma è anche totalmente o parzialmente edentulo, è possibile eseguire comunque il trattamento chirurgico?
Certamente questi interventi vengono anche eseguiti su pazienti edentuli con le medesime modalità. Anzi in tali pazienti spesso gli interventi correttivi della deformità scheletrica hanno anche una finalità preprotesica o preimplantare. Ovviamente in fase di programmazione chirurgica bisognerà, oltre alla consueta analisi estetica, valutare con estrema precisione la distanza interarcata che verrà mantenuta per i primi 2-3 mesi postoperatori con appositi bite in resina o con protesi provvisorie costruite ad hoc. Per questo motivo in tali casi la programmazione dovrà essere veramente multidisciplinare da parte, non solo dell'ortodontista e chirurgo maxillo-facciale, ma anche dall'implantologo e del protesista per discutere nei dettagli il risultato finale, compresi tempi e costi.

CLICCHI PER VISUALIZZARE LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA



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