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28 Febbraio 2007

Formazione e Albo in primo piano al Congresso Nazionale AIDI

di Redazione


Il XVI Congresso Nazionale dell’AIDI-Associazione Igienisti Dentali Italiani (Roma, 23-25 novembre 2006) non è stato solo un momento commemorativo dei primi 25 anni di attività dell’associazione, ma anche un’occasione privilegiata di confronto per mettere a fuoco le questioni sul tappeto. “Igienista dentale: realtà e prospettive future” è stato il tema della tavola rotonda che ha preceduto i corsi congressuali. I punti caldi del dibattito: l’istituzione dell’Albo, che sembrava scontata e che la ventilata riforma delle professioni e degli Ordini rischia di mettere in discussione, e la formazione.
Ne hanno discusso la senatrice Rossana Boldi, il dottor Giuseppe Giudici, la professoressa Antonella Polimeni, il professor Mario Giannoni, il dottor Angelo Mastrillo e l’avvocato Silvia Stefanelli. A moderare gli interventi, la neo presidente AIDI Marialicia Boldi e Irene Guarrella.
Relatrice della legge 43/2003 che istituisce l’Albo degli igienisti dentali, la senatrice Boldi non ha nascosto il suo rammarico per il fatto che i tempi di attuazione della legge siano stati prolungati di 18 mesi dall’attuale Governo. «Con questa legge - ha detto - credo di aver fatto qualcosa di veramente utile non solo per le 22 professioni interessate, ma per la sanità in generale. Le prospettive, però, non sono rosee, perché anche queste professioni saranno coinvolte nella riforma degli Ordini delle professioni intellettuali». «È inaccettabile - ha aggiunto Rossana Boldi - che le professioni sanitarie siano messe nel calderone con tutte le altre professioni. La sanità non può essere lasciata al libero mercato».
Il timore per le sorti degli Ordini e l’invito a unire le forze per scongiurare una riforma non condivisa sono stati al centro anche dell’intervento del dottor Giuseppe Giudici, rappresentante dell’Ordine dei Medici: «Più che di “Ordine”, si dovrebbe parlare di “disordine”», ha esordito Giudici. «La riforma Mastella mette tanta carne al fuoco senza dare certezze, ha generato una grande confusione, come se le professioni sanitarie fossero ridotte a professioni commerciali, e non consente al Ministero della Salute di prendere parte attiva alla riforma».
Di formazione hanno invece parlato la professoressa Antonella Polimeni, segretario del Collegio dei Docenti di Odontoiatria, e il professor Mario Giannoni, presidente della conferenza dei CLID. Dopo la crescita dei corsi di laurea in Igiene Dentale (corso triennale, a cui si è aggiunto il biennio) «ora bisogna lavorare sulla qualità», è stato l’invito della professoressa Polimeni. Utile, per esempio, si sta rivelando l’esperienza dell’Università di Roma “La Sapienza”, dove stato costituito un “team qualità” che verifica lo standard dei corsi di laurea di Medicina, Odontoiatria e delle professioni sanitarie, valutazione che viene poi sottoposta a verifica di terzi. 
All’intervento della docente hanno fatto eco le parole del professor Mario Giannoni il quale, nell’auspicare che le lauree specialistiche siano istituite in più sedi rispetto alle attuali, ha aggiunto: «Alla qualità teniamo: non teniamo ai grandi numeri, ma alla formazione sì. Un primo problema è il controllo della qualità della formazione, che oggi manca».
Alla formazione, poi, è strettamente connessa la collocazione nel mondo del lavoro, che significa anche presenza degli igienisti dentali nelle strutture pubbliche». Un processo inevitabile, ha sottolineato il relatore, che ha a suo vantaggio costi bassissimi e strutture odontoiatriche già esistenti.
A chiusura della tavola rotonda l’avvocato Silvia Stefanelli ha richiamato l’attenzione su due temi: la possibilità di creare società o associazioni multiprofessionali (per esempio formate da odontoiatri e igienisti) e la vexata quaestio della pubblicità seguita al cosiddetto decreto Bersani. Riguardo al primo punto, il parere dell’avvocato Stefanelli è che «pur in carenza di una legge ad hoc, è possibile creare società multiprofessionali, fatto salvo il fatto che ognuno si assume la responsabilità degli atti professionali che compie». In tema di pubblicità, il problema sussiste in particolare per l’odontoiatria, che si esercita essenzialmente in ambito privato. «Il paziente, infatti, non solo non sa esattamente che cosa facciano l’odontoiatra e l’igienista dentale, ma non ha le idee chiare nemmeno sull’importanza della salute orale. Quindi è indispensabile fare informazione sui vari profili (chi fa che cosa) e comunicare in maniera adeguata che cos’è la salute orale».

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