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14 Dicembre 2009

L'anno che è stato

di Norberto Maccagno


Sfogliando i 18 numeri del GdO 2009 ho estrapolato gli avvenimenti che, credo, abbiano segnato l’anno che si sta chiudendo.
La notizia “storica” è certamente l’aumento da cinque a sei anni della durata del corso di laurea in odontoiatria. Ma non solo; nell’anno che andiamo a salutare vi abbiamo raccontato una Università in profondo cambiamento. Il professor Marco Ferrari, presidente della conferenza dei Clmopd ci ha spiegato come, non solo si sia lavorato per uniformare i programmi in tutte le sedi di corso di laurea, ma si cerchi di far sì che tutti gli studenti abbiano la stessa preparazione anche sul fronte della pratica clinica. Università che si propone, proprio in nome della formazione, di prendersi in carico parte dell'assistenza che dovrebbe essere svolta dal Ssn.
Questione non ancora risolta il numero chiuso. Quest’anno il ministero ha ridotto del 10% i posti in tutti gli atenei senza considerare chi è strutturato e chi no. Vi abbiamo evidenziato come i test non rappresentino lo strumento più adatto a verificare se lo studente è portato per la professione e come, grazie alla libera circolazione dei professionisti, oggi gli studenti con possibilità economiche evitino gli sbarramenti italiani andando a studiare all’estero. In attesa di un’annunciata riforma dell’istituto del numero chiuso, ci pare seria la proposta del presidente del Collegio dei docenti, professoressa Elettra De Stefano Dorigo, che da questo giornale propone di unificare i primi tre anni di odontoiatria e medicina “separando le carriere” dal terzo anno in poi, in base alle capacità degli studenti e al fabbisogno reale di medici e dentisti.
Sul fronte istituzionale, efficace è stato il lavoro del professor Enrico Gherlone nel ruolo di referente per il settore odontoiatrico del ministero del Welfare. Molte le azioni concrete avviate: dall’attivazione dell’accordo sull’odontoiatria sociale con Andi e Oci, allargato poi a tutti gli odontoiatri, alla pubblicazione del censimento dell’odontoiatria pubblica, passando dall’insediamento del gruppo di lavoro con il compito di elaborare linee guida per tutte le branche dell’odontoiatria. L’anno si chiude con la reintroduzione del ministero della Salute. Il nome del ministro sarà indicato il 13 dicembre (siamo già in stampa). Le voci danno probabile la nomina del viceministro alla Salute, professor Ferruccio Fazio, da noi intervistato nel giugno scorso.
Il 2009 ha visto la riconferma, per il quinto mandato consecutivo, del dottor Giuseppe Renzo alla guida della Cao nazionale; una continuità registrata anche a livello locale dove sono stati confermati la maggioranza dei presidenti uscenti.
Cambio della guardia invece agli Amici di Brugg: dopo undici anni lascia la carica il dottor Fabio Toffenetti sostituito dal dottor Mario Iorio.
Rileggendo le notizie che raccontano come la vostra professione stia cambiando arrivano a impensierire i fondi integrativi.
Tra le conferme, la litigiosità dei vostri rappresentanti. Anche un dato di fatto - che parrebbe insindacabile come la crisi - provoca discussioni tra chi sostiene che penalizza la professione e quelli ritengono che non è così. Alcune ricerche pubblicate su varie riviste indicano nel 2009 un calo di incassi tra il 25% e il 30%. Secondo l’annuale ricerca con cui l’Unidi fotografa il mercato dentale dal punto di vista della produzione, il calo nel 2009 segnerà un -9%.
Ma nessuno meglio di voi lettori sa quanto il lavoro sia diminuito o aumentato.
Intanto sollevare il problema è stato positivo visto che le Entrate hanno modificato al ribasso gli studi di settore anche per i dentisti.
Dopo tanti annunci entra a regime la nuova Ecm. Poche le novità per i discenti e praticamente nessuna per i liberi professionisti.
La pletora continua a essere indicata come uno dei mali della professione. I dati pubblicati dal Centro studi Fnomceo confermano l’aumento degli iscritti all’Albo che sfiora quota 56mila, mentre le Entrate contano i contribuenti dentisti a quota 40mila; società comprese. Però, comparando vari dati, abbiamo scoperto come la maggioranza dei nuovi iscritti non siano neo laureati ma medici che si sono iscritti all’Albo. In futuro dovrebbe essere diverso.
Nulla di nuovo sul fronte abusivismo. Il presidente Renzo, da noi intervistato, richiede leggi più severe. Il comandante dei Nas di Milano ci ha raccontato il loro incessante lavoro. Il colloquio con l’On Marinello ha evidenziato come la politica fatichi a dare delle risposte sul problema. Il dottor Massimo Ferrero ci ha confermato il lavoro del Ceeps nel sanzionare i prestanome ma anche le difficoltà da parte dei presidenti di Ordine di reprimere il fenomeno.
Oltre al numero di abusivi denunciati avremmo voluto indicarvi per quanti prestanome è stato aperto un procedimento disciplinare. Nell’ottobre scorso abbiamo nuovamente chiesto il dato alla Cao nazionale, senza ricevere risposta.
Ultimo pensiero al 6 aprile. Abbiamo raccontato come il settore si sia mobilitato per sostenere i dentisti e la popolazione aquilana. A loro, come a voi lettori, i nostri auguri per un sereno 2010.

Norberto Maccagno
n.maccagno@d-press.it

GdO 2009;18

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