L’ultimo DiDomenica prima delle vacanze estive diventa un’ottima occasione per girarsi indietro e riguardare questi primi mesi dell’anno, anche se rileggendo i titoli delle oltre 700 notizie pubblicate, diventa difficile scegliere quelle più importanti.
Allora ho individuato sette argomenti, come i mesi trascorsi.
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Credo di non essere smentito se indico nella norma sulla pubblicità sanitaria quella simbolo di questi primi 7 mesi del 2019 (anche se approvata a fine 2018). Norma che ha messo alcuni paletti alle liberazioni di Bersani, indicando che in sanità l’informazione deve essere veritiera, non ingannevole e senza fini commerciali, oltre a aumentare le responsabilità per i direttori sanitari che potranno assumerne l’incarico solo nelle strutture che operano nella provincia dove sono iscritti all’Ordine.
Certo, come ho già scritto, lungo le strade, sui giornali, in metropolitana, sul web, alcuni messaggi ambigui ci sono ancora (ma se ne trovano altri corretti). Starà al lavoro dei presidenti CAO cercare di fare rispettare i principi dettati dalle norme ed eventualmente ai giudici decidere quale sia la corretta interpretazione. La conferma del ruolo dei giudici nel delineare i principi, ma anche dei presidenti CAO nel verificare, è arrivata in questi mesi da alcune sentenze sul tema.
Sulle norme approvate abbiamo scritto molto e riportato i commenti di tutti gli attori, dalla politica all’Ordine, dai Sindacati dei dentisti a quelli delle Catene. Rileggendo alcuni degli articoli pubblicati voglio sottolineare due aspetti che, a posteriori, credo non siano emersi con forza come invece meritavano.
Il primo è il fatto che la norma è passata grazie alla caparbietà ed al peso politico dell’On. Rossana Boldi che, nonostante si sia vista rifiutare per alcune volte gli emendamenti (giudicati non pertinenti con la legge di Bilancio) è riuscita ugualmente a farla inserire ed approvare.
Il secondo è il documento con le raccomandazioni in tema di pubblicità sanitaria che la CAO nazionale ha prodotto per guidare i presidenti provinciali nel giudicare l’applicazione delle norme, cercando di evitare interpretazioni difformi, ma soprattutto le ha rese pubbliche, consentendo a tutti di capire come chi controlla la pensa. E’ non è una cosa scontata nel settore.
ECM e sanzioni
Sembra strano notare come, dopo oltre 15 anni dall’attivazione del percorso sperimentale sulla Educazione Continua in Medicina, ci si stupisca se un dentista che non si aggiorna sia stato sanzionato, ed ancora di più cominciare a preoccuparsi perché a gennaio potrebbero arrivare i richiami ai medici e dentisti che di “aggiornarsi” non ne hanno voluto sentire parlare.
Però sarà così, sembra.Il presidente FNOMCeO ha più volte sollecitato gli Ordini provinciali di monitorare l’attività dei propri iscritti in tema di aggiornamento e sensibilizzare gli iscritti, e da gennaio dovrebbero partire i richiami.
Magari fa specie notare che a scatenare il “panico tra gli astenuti dal credito”, non siano state le circolari in cui si anticipano le possibili sanzioni ma l’intervista che il presidente Filippo Anelli ha dato a Striscia la Notizia.
Segno dei tempi.
Anche su questo argomento abbiamo pubblicato non solo pareri ma anche indicazioni su come recuperare i crediti e godere di incentivi e sconti. Se poi alcuni dentisti e medici rimarranno a zero per numero di crediti raccolti, allora credo sia veramente giusto sanzionarli, se non altro per rispetto dei loro colleghi che le regole le rispettano.
La mini ASO
La figura del CSO nasce a ridosso della fine 2018, ma la polemica si sviluppa nei primi mesi del 2019. La nuova figura che va ad arricchire il Team odontoiatrico, inserita all’interno del contratto di lavoro firmato da Confprofessioni (l’ente datoriale confederale cui fa riferimento ANDI) con le organizzazioni sindacali FILCAMS CGIL, FILCAMS CISL e UILTUCS, dovrebbe affiancare la neo costituita figura dell’ASO, senza ovviamente sovrapporsi. Ma ad oltre 7 mesi dalla nascita ancora non è stato definito cosa il CSO può fare o non fare, e questo rischia di essere un problema per i datori di lavoro che hanno deciso di assumere collaboratrici con questo contratto, perché non essendo chiaro cosa possono fare, qualsiasi cosa facciano diventa a rischio contestazione.
Sulla questione ASO, invece, molte Regioni hanno riconosciuto il profilo e normato la formazione, i corsi partono ma sul fronte delle criticità che ancora sono presenti (per esempio sul riconoscimento dei diritti acquisiti, o la difficoltà che gli studi avranno di reperire ASO “certificate” alla scadenza del periodo transitorio), sembra che l’attenzione sia un po’ calata. Oppure solamente non se ne parla, nonostante negli ambiti sindacali si lavori per cercare di risolvere. Il 21 aprile 2020, ultimo giorno utile in cui i dentisti potranno assumere un ASO non qualificata (in attesa che prenda l’attestato di qualifica), si avvicina.
Fondi sanitari integrativi
Dopo tanto discutere, e dibattere la questione finirà probabilmente nelle aule giudiziarie, se non è già finita viste le minacce che entrambe la parti si sono scambiate. Che i Fondi sanitari integrativi non siano mai stati digeriti dal settore, anche se molti dentisti per necessità vi hanno aderito, non è una novità. A incrinare ulteriormente il rapporto sono stati i problemi nati ad inizio anno tra Previmedical ed alcuni dentisti convenzionati sui termini di pagamento e questioni burocratiche. Indubbiamente il terzo pilastro della sanità può essere un aiuto per le famiglie che faticano a permettersi un dentista, un medico privato o le analisi, ma è anche vero che le regole devono essere rispettate, sia da chi si convenziona che da chi si è impegnato con i cittadini per offrire prestazioni sanitarie, come ci ha spiegato l’avvocato Elena Bellizzi, titolare del Servizio Tutela del Consumatore di IVASS.
Normative
Quello del raccontare e spiegare le norme è un aspetto importante del nostro lavoro di informare voi lettori, e non passano settimane che non si renda necessario un approfondimento sulle ultime norme approvate o su quelle approvate di cui, però, si fatica a comprendere l’esatta applicazione. Se la maggior parte dei dentisti hanno, almeno per quest’anno, “sfangato” in parte la questione fatturazione elettronica (che si è rivelata meno problematica di quanto si pensasse), per i collaboratori odontoiatri, igienisti dentali, i laboratori odontotecnici questa è diventata una realtà a patto che non siano tra coloro che possono godere del nuovo regime forfettario, altra norma introdotta nel 2019, come l’abolizione degli studi di settore, sostituiti con gli ISA.
Doppia laurea e specializzazione
Siamo all’attualità. La questione di queste settimane è quella dei laureati in odontoiatria ed anche laureati in medicina (si dice circa 800 in tutto) che devono scegliere a quale Albo iscriversi (medici o odontoiatri), non potendolo farlo ad entrambi. Ma soprattutto è la questione dell’obbligo di specializzazione degli odontoiatri che vogliono collaborare con il SSN a creare interesse, anche della politica. Tutto ovviamente è ancora in evoluzione.
C’è un aspetto, però, che sembra essere passato in secondo piano, certamente oscurato dalla questione del se la laurea in odontoiatria sia specialistica e possa evitare l’obbligo del diploma di specializziamone oppure no.
Ma quanti concorsi per assumere un odontoiatra in un ospedale o nell’Asl sono andati deserti perché non ci sono odontoiatri con il diploma di specializziamone?
Credo nessuno, ma non perché i professionisti con le caratteristiche definite dalla legge non ci sono, ma perché sono anni che non vengono banditi concorsi, o quelli che sono stati banditi si faticano a contare con le sole dita di una mano. Se si riuscirà a risolvere la questione ed allo stesso tempo aumentare i posti di odontoiatri che lavorano nel SSN, e di conseguenza di studi odontoiatrici pubblici, e di conseguenza di cittadini che possono accedere alle cure, si sarà fatto un gran goal.
Il personaggio del semestre
Rivendendo gli articoli pubblicati ho ritrovato la storia di Anna, il nome è di fantasia. La dottoressa ha dimostrato come prima che possano arrivare le norme e le leggi tanto invocate per tutelare i pazienti dalla mercificazione della professione, si può già lavorare secondo etica e deontologia. La dottoressa lavorava in un Centro odontoiatrico, la proprietà le ha chiesto di scendere a compromessi, lei ha detto di no, ha salutato e se ne andata. Ma prima di tornare a casa è passata dai Nas a denunciare la struttura.
Sembra semplice imitarla, volendolo fare.
Mi fermo qui, ma prima dei saluti una piccola nota narcisistica. Lasciatemi sottolineare che in questi primi mesi del 2019 il numero di voi lettori di Odontoiatria33 è continuato a crescere, in questi ultimi 30 giorni (al 26 luglio), in media, in un solo giorno sono state aperte 11mila pagine, ed anche la campagna abbonamenti sta andando bene, così come la nostra pagina Facebook.
Ovviamente tutto questo e possibile solo grazie alla vostra attenzione, per questo vi ringraziamo.
Non mi resta che augurarvi, anche a nome di tutti coloro che lavorano per rendere questo giornale interessante ed utile, una splendida estate.
Il DiDomenica torna l’8 settembre.
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