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14 Giugno 2020

Questione Dentix: mentre si discute su chi deve essere il proprietario dello studio a pagare è sempre il più debole

di Norberto Maccagno


Per commentare la vicenda Dentix potrei fare copia incolla di quanto avevo scritto nel DiDomenica di giusto due anni fa (24 giungo 2018) all’indomani della chiusura, in Spagna, degli studi di IDental. Visto che, comunque, un po’ di tempo è passato tento di aggiornare il commento. 

Comincio però dai fatti che nella sostanza non cambiano la situazione, però per correttezza d’informazione devono essere precisati.   Innanzitutto non è vero che Dentix ha chiuso perchè fallita come ho letto su molti quotidiani locali e nazionali.

Peraltro, non lo potrebbe neppure fare perché il Decreto Liquidità ha bloccato le procedure di fallimento e le altre procedure sullo stato d’insolvenza fino alla fine dell’emergenza sanitaria, e questo potrebbe anche complicare le cose per i pazienti che vogliono rivalersi nei confronti dell’azienda.  

Ad aver attivato le procedure di una sorta di concordato preventivo è stata la Dentix spagnola, una procedura, aveva spiegato la stampa iberica, per avere più tempo per trovare nuovi soci o liquidità. Come per esempio vendere Dentix Portogallo, secondo la stampa è stata venduta, o vendere Dentix Italia. Da quanto la stessa Dentix Italia aveva dichiarato ad Odontoiatria33, le trattative erano in corso ma il lockdown ha poi interrotto tutto e complicato la situazione finanziaria.
E’ di questi giorni, poi, la lettera del proprietario Angel Lorenzo Muriel ai pazienti attraverso la quale ammette le difficoltà ma si dice al lavoro per cercare di risolverle.  

Fallita o non fallita, per i clienti di Dentix la sostanza non cambia: non possono tornare per continuare le cure perché gli studi sono chiusi. Stando alle testimonianze raccolte dalla stampa locale, cure in parte già pagate attraverso finanziamenti. E così lo è stato per i clienti di IDental e delle altre catene spagnole chiuse negli anni, ma anche per i casi che hanno interessato l’Italia in questi anni, magari per numero di pazienti coinvolti meno rilevanti di quanto si prospetta per il caso Dentix.  

Perché è questo il vero problema su cui ci si deve interrogare, le garanzie per i pazienti e non chi deve essere il proprietario dello studio.  

Ovviamente si è subito aperto il dibattito su come garantirle. Federconsumatori chiede “una riforma del settore che preveda da un lato investimenti diretti da parte del settore pubblico (Stato e Regioni), dall’altro una regolazione del settore privato che metta al centro la forma societaria della Società Tra Professionisti (STP), con uno stop alle società di capitali”.  

Proposta accolta con favore da AIO ed ANDI che invocano la necessità di salvaguardare l’alleanza terapeutica dentista-paziente e la necessità che queste società siano sotto il controllo dell’Ordine.  

Ovviamente di parere diverso ANCOD che, anzi, evidenza come il fatto che gli studi appartengano ad un Gruppo sia una garanzia per i pazienti perché possono godere di una migliore organizzazione, servizi e studi attrezzati con le ultime tecnologie e la possibilità di avere un’ampia “rete” di assistenza sul territorio. E per dimostrarlo informa della disponibilità dei Gruppi associati ad ANCOD di collaborare per dare continuità alle cure dei pazienti che hanno attivato un finanziamento con Dentix.  

Anche sulla discussione SRL verso STP ho già scritto ed evito di intervenire nuovamente, le regole per l'esercizio devono essere le stesse sia per le società che per i liberi professionisti, ma oggi il problema lo guardiamo dalla parte del paziente. Anche perchè, il legislatore mi sembra che negli anni si sia dimostrato disinteressato al tema, dentisti verso catene, come ha dimostrato con la bocciatura degli emendamenti Boldi ed Endrizzi presentati alla Finanziaria 2020 che se approvati avrebbero consentito l’esercizio dell’odontoiatria in forma societaria (così come capita per avvocati ed altri professionisti) solo alle STP.  

Torniamo alla vera questione, le garanzie per il paziente che devono essere cliniche e finanziarie.  

Quelle cliniche, ovvero avere la certezza che le cure vengano eseguite nel migliore dei modi e siano quelle che realmente servano per curare la situazione clinica del paziente e non le finanze dello studio, sono già o dovrebbero già essere ampiamente garantite sia degli odontoiatri che curano i pazienti in queste strutture (gli unici a poterlo fare) che dai direttori sanitari che devo svolgere una azione di controllo e verifica. Entrambi iscritti all’Ordine. Anche in questi giorni ho letto in alcune dichiarazioni alla stampa locale, presidenti provinciali CAO sottolineare che in questi Centri verrebbero eseguite prestazioni non di qualità o ancora peggio cure non necessarie.
Se vero, e ne hanno le prove, dovrebbero convocare l’odontoiatra che ha effettuato le cure ed il direttore sanitario dello studio che avrebbe dovuto controllare ed avviare un procedimento disciplinare oltre a consigliare e supportare il paziente nel richiedere i danni ai professionisti coinvolti.
Il “me lo ha imposto la proprietà”­­­ e quindi nascondersi dietro il “tengo famiglia”, non è una scusante per giustificare le responsabilità legali ma neppure  quelle deontologiche.  

La questione sostanziale tra StP e SrL è invece quella finanziaria, capire se le norme attivate a garanzia dei clienti delle società di capitale (in generale) lo sono anche nel caso che queste società si occupino di salute.
Dal punto di vista della garanzia di sostenibilità finanziaria non vi è grande differenza tra SRL tradizionale ed STP, salvo che all’Ordine non venga dato potere di controllo anche dei bilanci delle StP.  

Torniamo alla questione delle regole a garanzia dei clienti delle società di capitale.

Consultando la visura Camerale di Dentix a venerdì 12 giugno 2020, scopriamo che l’amministratore unico è il dott. Angel Lorenzo Muriel (odontoiatria), la società è attiva dal 2014 e registrata come “attività degli studi odontoiatrici. Ulteriori specifiche: gestione diretta di uno studio odontoiatrico”, Codice Ateco 86.23, quello che per il MISE non potrebbe essere assegnato ad una società di capitale se non STP (LINK). Come per tutte le società di capitale diventa difficile individuare il reale proprietario.
Per Dentix, il diritto di proprietà è in mano ad una società con sede in Olanda, la Dentix Health Netherlands b.v., mentre poi vi sono altri 11, tra banche e fondi, soci.
Abbiamo scaricato anche l’ultimo bilancio presentato che è però quello al 31 dicembre 2017 dal quale emergeva una perdita di quasi 4 milioni di euro a fronte di oltre 40 milioni di entrate, ma con un fatturato in crescita rispetto all’anno prima.
Bisogna anche sottolineare che a quella data figuravano di proprietà 25 studi controllati mentre dalla visura camerale al 12/6/2020 gli studi sono diventati 57, con 506 addetti al 31 dicembre 2019. Quindi nel 2017 stava investendo per espandersi. 110 mila euro invece il capitale sociale versato.

Il fatto che da due anni non vengano presentati i bilanci poteva essere un campanello d’allarme? Chi avrebbe dovuto verificare?
Non ho la risposta, mentre scrivo mi ricordo che il dott. Alessandro Terzuolo (studio di commercialista Terzuolo Brunero & Associati di Torino e Milano) tempo fa mi aveva spiegato che per vigilare sulle società di capitale, per anticipare possibili situazioni di crisi, era stato approvato il cosiddetto “codice della crisi”, la cui entrata in vigore è però stata posticipata all’agosto 2021.  

Ricordo che stiamo parlando di regole che riguardano tutte le società di capitale indifferentemente dall’attività svolta.  

Ed è proprio questa la questione che vorrei nuovamente porre: le regole imposte alle società di capitale a garanzia dei creditori, dei clienti possono essere applicate ad imprese che hanno come fine quello di finanziare attività il cui fine è la cura delle persone, offrono prestazioni odontoiatriche?  

Ordine e Sindacati di settore sul tema non hanno dubbi, queste società non possono esercitare l’attività odontoiatrica, però sappiamo bene che lo fanno: sono oltre 5mila quelle registrare al registro delle imprese. Non pensate solo a DentalPro o a Vitaldent, la maggior parte sono Srl odontoiatriche di proprietà di singoli odontoiatri o di un gruppo di odontoiatri, che però potrebbero facilmente trasformarla in StP.  

Certo se una Catena fallisce il numero di pazienti lasciati con le cure da terminare sarà molto maggiore di quelli lasciati senza cure da una singola SrL. I pazienti in attesa di riprendere le cure da Dentix potrebbero aggirarsi intono ai due - tre mila. E certamente fanno gola ai concorrenti.  

Quindi il problema su cui si dovrà mettere la testa è anche quello della concentrazione di studi in mano ad un solo proprietario o Gruppo finanziario.

Con la StP si eviterebbe il fatto che una holding possa avere la quota di maggioranza di una serie di altre Srl odontoiatriche.  Salvo non vengano attivati patti societari privatamente, mantenendo però la governance agli iscritti all’Ordine, che però possono essere soci di una sola StP.

Altro problema, quello che tocca più direttamente il paziente, sono le garanzie quando attiva un finanziamento.
Se compro un’automobile, un computer, una casa, un qualsiasi bene attraverso un finanziamento, prima entro in possesso del bene e poi comincio a pagare le rate. Non mi viene in mente nessun servizio che comincio a pagare prima di ottenerlo. Mi insegnate che per una riabilitazione implantoprotesica possono volerci anche alcuni anni, così per una cura ortodontica. E se come la cronaca insegna, nel mentre la struttura ma anche il singolo dentista chiude, quali sono le garanzie per il paziente che ha sottoscritto un finanziamento? Quindi il paziente comincia a pagare per una cura che otterrà molti mesi dopo e senza sapere se e come questa cura avrà buon fine.

Non conosco la materia, chiederò nei prossimi giorni ad esperti, ma chiedo: se non già previsto (ma allora non ci sarebbero problemi) sarebbe impensabile imporre, nel caso di finanziamenti di cure odontoiatriche, garanzie finanziarie che consentano non solo di restituire le somme versate in caso di interruzione della cura ma anche di ottenere risarcimenti nel caso la sospensione della cura comporti un danno in termini di salute? Così come la banca richiede garanzie al paziente che attiva il finanziamento, dovrebbe richiedere garanzie economiche a chi eroga la cura.  

E torno a quanto già molte volte ho scritto, se il dibattito continuerà ad avvenire su chi deve essere il proprietario dello studio odontoiatrico, sono certo che la politica continuerà a starne fuori, se invece si riuscirà a fargli capire che servono regole per tutelare i pazienti, a prescindere se ad incassare la parcella sia un fondo di investimento o un laureato in odontoiatria, allora forse la vicenda Dentix, che nel mentre speriamo si risolva al meglio anche per i dipendenti ed i collaboratori anche loro parte lesa, potrà essere l’occasione per realmente regolamentare il sistema.    

Photo Credit: Fotoracconti.it

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