Con due iniziative distinte FNOMCeO ed ANDI pressano, rispettivamente, la Commissione Finanze della Camera ed il Ministero delle Finanze al fine di chiarire e modificare la norma che impone a medici e dentisti di inviare i dati delle spese sanitarie effettuate nel 2015 dai propri pazienti attraverso il Sistema tessera Sanitaria.
Dopo l'audizione in Commissione parlamentare di vigilanza sull'Anagrafe tributaria della scorsa settimana FNOMCeO torna a ribadire il proprio no al meccanismo che obbliga medici e dentisti a trasmettere le spese sanitarie sostenute dai propri pazienti attraverso il STS.
Questa volta lo fa davanti alla Commissione Finanze della Camera ribadendo che i medici e dentisti devono curare le persone e non possono fare "gli agenti del fisco".
"Questa normativa ancora una volta -si legge ne documento presentato in Commissione- impone ai medici di svolgere un'opera di surrogazione nei confronti di adempimenti fiscali che certamente non riguardano la loro mission di garanti del diritto alla tutela della salute sancito dall'art. 32 della Costituzione. Continua quindi l'opera di trasformazione del medico in un burocrate che deve dedicarsi a compiti amministrativi anche estremamente complessi con evidente sottrazione di tempo prezioso che dovrebbe essere dedicato alla tutela della salute e alla migliore promozione del rapporto medico-paziente".
"Gli adempimenti risultano essere gravosi e onerosi", ricorda la FNOMCeO. " Le informazioni da trattare, conservare e comunicare sono infatti molto numerose, così come i documenti da produrre. I medici e le strutture sanitarie dovrebbero dotarsi in breve tempo di una struttura adeguata. A ciò si aggiunga che il STS coinvolge tutti gli iscritti all'Albo dei medici e a quello degli Odontoiatri senza distinguo alcuno tra coloro che esercitano la professione per conto del SSN e coloro che la svolgono in regime libero professionale: questi ultimi non hanno alcun collegamento tecnico alla rete del STS e giammai sarebbero pronti per la imminente scadenza".
Tra le criticità ricordate alla Commissione l'onerosità degli adempimenti e difficoltà oggettive, non solo per rispettare la scadenza per inviare i dati del 2015 (gennaio 2016) ma anche strutturali ed organizzative per strutture ed i singoli professionisti, oltre i problemi di tutela della privacy.
Tra queste anche, e non è certamente trascurabile, l'impossibilità per i soggetti titolari di partita iva di accedere al Sistema tessera Santiaria e quindi di poter inviare i dati, perché, ricorda la FNOMCeO, "il tavolo tecnico non ha definito tutti gli aspetti necessari all'adempimento".
Le soluzioni praticabili suggerite dalla FNOMCeO sono quelle già proposte alla politica:
"Senza un intervento di revisione dei criteri di raccolta e trasmissione delle informazioni sanitarie -sostiene la FNOMCeO- c'è il rischio concreto di una errata elaborazione dei dati fiscali".
Iniziativa più "pratica" quella intrapresa da ANDI che dopo aver presentato il ricorso al Tar per annullare la norma chiede, attraverso una istanza, al Ministero delle Finanza di esprimersi sull'interpretazione dell'associazione che vede la non applicabilità dell'obbligo ai liberi professionisti non accreditati al SSN, così come avviene per le strutture sanitarie non accreditate.
"In mancanza di una risposta alla nostra istanza -si legge nel testo inviato in via XX Settembre- ci sentiremo legittimati a suggerire ai nostri Soci di non adempiere alla normativa e li supporteremo con ogni mezzo a sostenere questa posizione".
Per ANDI "il provvedimento è riferibile unicamente a quei medici che sono convenzionati o accreditati con il SSN: ciò tenuto conto che il Sistema della Tessera Sanitaria ha come ratio il controllo della spesa pubblica sanitaria. Ed infatti tra i soggetti obbligati all'invio non vi sono le strutture sanitarie non accreditate".
Ma non solo, secondo quanto indicato dall'Associazione "il provvedimento impone ad ogni dentista l'inoltro dei dati per le spese mediche dei contribuenti va a determinare un'inutile duplicazione di quanto già previsto dalla normativa di settore sullo spesometro.
In buona sostanza, spiega ANDI al Ministero dell'Economia, entro il 31 gennaio di ogni anno ogni dentista dovrebbe trasmettere i dati delle parcelle al Sistema Tessera Sanitaria, e poi entro il 30 aprile successivo tutti i dati delle fatture emesse attraverso lo spesometro, all'Agenzia delle Entrate. Il MEF è già, ogni anno, in possesso della documentazione inoltrata da ogni libero professionista medico dentista all'Agenzia delle Entrate in esecuzione alla normativa sullo spesometro, con la conseguenza che i dati da inoltrare al Sistema Tessera Sanitaria devono considerarsi, a tutti gli effetti, come già inviati".
"Dopo aver presentato il ricorso a Tar contro il decreto e il quesito al Garante della Privacy -ricorda il presidente Gianfranco Prada con una nota pubblicata sul sito dell'Associazione- la nostra azione politica contro la burocrazia non è terminata ma continua con incontri ed azioni come questa nei confronti del Ministero dell'Economia".
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