Due lavori (III e IV modulo) del primo corso FAD 2016 di Dental Cadmos hanno come argomento le ricostruzioni parziali sia nei settori posteriori sia in quelli anteriori.
Il primo lavoro (Le ricostruzioni parziali negli elementi posteriori con metodiche di impronta digitale, autori R.Spreafico, F. Brenna, M. Nuvina, C. Robello, M. Grassi, M. Gagliani, Dental Cadmos 3/2016) è soprattutto dedicato ai nuovi metodi digitali di acquisizione dell'impronta, ma prende anche in esame le tipologie degli elementi dentali interessati dai restauri, la loro classificazione con particolare attenzione alle indicazioni cliniche e alla longevità dei materiali compositi e delle ceramiche.
Le metodiche tradizionali per la preparazione di ricostruzioni indirette prevedono il rilevamento di una impronta, l'invio in laboratorio, la sua colatura con materiale di precisione e la realizzazione, da parte di un odontotecnico, di un manufatto con il materiale di scelta. Oggi il ricorso alle tecnologie digitali rappresenta una valida alternativa a queste fasi di lavoro e l'impiego di uno scanner intra-orale vicaria la presa dell'impronta con materiale di precisione (fig. 1).
Nella procedura cosiddetta "chair-side" o alla poltrona con il paziente, le informazioni dell'impronta digitale vengono subito elaborate, si progetta un manufatto adeguato per forma e misura, si inviano le informazioni a un fresatore che, nel tempo richiesto dalla complessità del manufatto stesso, restituirà un intarsio o una corona nel materiale desiderato (figg. 2-4).
Questo, se realizzato in composito o in ceramica, opportunamente caratterizzato e trattato potrà essere provato nella cavità preparata e, se giudicato idoneo, cementato nella medesima seduta (figg. 5-7)
Un flusso analogo si verifica quando le informazioni dell'impronta digitale giungono (via web, via posta elettronica o con "corrieri elettronici" diversi) al laboratorio odontotecnico dove il percorso di progettazione e di invio al fresatore avviene nello stesso modo precedente. Cambia solo la consegna al paziente che risente unicamente del tempo di trasferimento dal laboratorio allo studio dell'intarsio realizzato.
I risultati garantiti dai sistemi di presa dell'impronta digitale per la realizzazione di
ricostruzioni indirette sono affidabili e riproducibili al pari di quelli ottenibili con metodiche tradizionali, una scelta clinica da perseguire al fine di ottenere restauri di qualità, duraturi nel tempo e privi di effetti indesiderati.
Il secondo lavoro (La ricostruzione parziale negli elementi anteriori con metodiche di impronta digitale, autori F. Brenna, R. Spreafico, M. Nuvina, C. Robello, M. Gagliani, Dental Cadmos 4/2016) ha come tema le ricostruzioni estetiche impiegate per restaurare elementi dentali anteriori danneggiati da processi cariosi o da discromie e traumi.
Sono descritte le indicazioni d'uso delle faccette in ceramica o in altri materiali estetici simili, le tipologie di preparazioni dentali, i sistemi per condizionare il substrato dentale e i materiali da cementazione.
I criteri di scelta tra restauro diretto e indiretto parziale sono spesso legati alla vitalità dell'elemento dentale, alla perdita di una parte consistente del tessuto interprossimale e alla profondità, sempre a livello interprossimale, della lesione. Tanto più sarà profonda, ovvero oltre la giunzione amelo-cementizia, tanto meglio funzionerà la tecnica indiretta parziale. La seconda scelta tra restauro indiretto parziale o totale è legata alla presenza o meno di smalto di spessore adeguato lungo il contorno della superficie dentale residua, quanto più smalto è rappresentato, tanto più le tecniche adesive per ricostruzioni parziali indirette saranno idonee a ritenere il restauro. Non sono infrequenti gli impieghi delle tecniche adesive, sussidiate da metodiche digitali per la preparazione dei materiali da ricostruzione, per le finalità di tipo estetico che possono coinvolgere la faccia vestibolare o le facce interprossimali, per esempio nella chiusura di diastemi o per il miglioramento dei volumi di denti di ridotte dimensioni o conoidi.
Le alternative di ricostruzione nei settori anteriori possono quindi essere varie e sia le metodiche indirette, in senso lato, sia quelle mediate da sistemi CAD/CAM possono essere utili nel ripristino morfo-funzionale duraturo di questi elementi dentali (figg. 8-11).
Il flusso di lavoro digitale per la realizzazione di restauri indiretti, siano essi in composito o in materiale ceramico, è variabile, mentre non paiono essere presenti grandi discrepanze riguardo al grado di precisione raggiungibile con restauri interamente eseguiti in laboratorio se paragonati a quelli messi a punto con sistemi "chair-side" (figg. 12, 13 a,b).
La possibilità di ricostruire con materiali compositi o ceramici elementi dentali anteriori è nota da tempo, l'opportunità di eseguire questi restauri con sistematiche CAD/CAM è oggi più riproducibile e parimenti efficace.
Sintesi a cura di: Anna Maria Melica, Consulente Scientifica Dental Cadmos
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