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18 Maggio 2020

Così le Catene gestiscono la riapertura e guardano al post Covid-19

Anche i Gruppi associati ad ANCOD sono alle prese con la riorganizzazione per attivare le nuove procedure, ecco come la stanno gestendo. Cohen: nessun rischio di chiusura per i Gruppi più strutturati

Nor. Mac.

Il post Covid-19 sarà un’opportunità o oppure una situazione difficile da gestire che potrà creare problemi ai grossi Gruppi odontoiatrici italiani? Come si sono organizzati nella fase di lockdown e come gestiranno la ripartenza? L’odontoiatria sarà ancora un settore in cui conviene investire, alcuni Gruppi sono a rischio chiusura?

Sono questi alcuni dei quesiti che abbiamo posto a Michel Cohen AD del Gruppo DentalPro e presidente di ANCOD, ed al dott. Samuele Baruch, direttore scientifico del Gruppo DentalPro.     


Presidente Cohen, come avete gestito il lockdown? 

Le rispondo come AD di DentalPro, anche se la maggior parte dei Gruppi associati ad ANCOD si sono mossi allo stesso modo. Credo come tutti i dentisti italiani, abbiamo rispettato l’invito ad evitare il più possibile il movimento dei nostri collaboratori e dei pazienti garantendo solo le emergenze. Abbiamo organizzato la nostra rete di assistenza per aree in modo da tutelare anche i nostri collaboratori e garantire il servizio. All’incirca sono state operative 40 cliniche sulle oltre 180 attive, le richieste di intervento venivano gestite da remoto dal nostro personale amministrativo in smart working ed in clinica si recava solo l’odontoiatria e l’assistente, proprio per contenere e limitare rischi e spostamenti. Ma gli interventi necessari sono stati minimi. 


Due mesi di inattività per i vostri Gruppi hanno comportato un danno economico importante? Come giudica gli interventi a sostegno attivati dal Governo? 

Certamente abbiamo sofferto in quanto in questo periodo di inattività abbiamo avuto zero entrate e molti costi a cominciare dal personale, in media DentalPro ha 7-10 dipendenti per struttura, oltre gli affitti e le altre spese fisse. Come tutte le aziende italiane abbiamo richiesto la cassa integrazione e visti gli attesi ritardi nell’erogarla abbiamo deciso da subito di anticipare gli stipendi ai nostri dipendenti. Con il prolungarsi della crisi abbiamo anche stanziato un fondo, come anticipo dello stipendio, a disposizione dei dipendenti con necessità di liquidità. Una soluzione che credo sia una novità nel mondo del lavoro. Non eroghiamo una cifra fissa a tutti i dipendenti ma abbiamo stanziato un fondo che viene modulato secondo le richieste che arrivano. Sostanzialmente abbiamo detto: la cifra che possiamo mettere a disposizione è questa, tante più saranno le richieste tanti meno soldi saranno a disposizione per i singoli. Di fatto li gestiscono in autonomia i dipendenti secondo le reali situazioni familiari privilegiando quelle con situazioni più complicate. Poi, come amministratori ci siamo tagliati i compensi per tutto l’anno del 30% pertanto allineandosi ai nostri dipendenti. 


 E per i medici collaboratori a partita iva? 

Loro sono liberi professionisti, hanno potuto utilizzare i contributi messi a disposizione dal Governo e da ENPAM. Noi non potevamo fare altro che agevolarli nei pagamenti. I compensi di febbraio sono stati puntualmente pagati alla metà del mese successivo. Di più non potevamo fare, anche dal punto di vista fiscale. 


orniamo ai due mesi di inattività. C’è il rischio che nelle prossime settimane alcuni Gruppi vadano in sofferenza per via dei costi e di una ripresa che probabilmente sarà lenta ed incerta, che alcuni finanziatori si sfilino? 

Non sarebbe realistico sostenere che non vi potranno essere problemi. Le aziende associate ANCOD sono aziende che in questo momento soffrono come tutte le piccole e medie imprese italiane. Gli interventi che il Governo sta mettendo in campo ci stanno dando respiro, credo che quasi tutti i Gruppi associati utilizzeranno le possibilità di accedere al credito agevolato, ma detto questo, per i Gruppi associati ad ANCOD non vedo situazioni particolarmente a rischio. Per gli altri Gruppi non saprei come rispondere. Certo quelli che prima della pandemia erano in sofferenza, questa situazione certamente non li agevolerà. 


Ora state riaprendo, come vi state comportando?

Come tutti gli studi odontoiatrici italiani anche noi, da dopo il 4 maggio, stiamo riprendendo l’attività, con prudenza, focalizzandoci sulle urgenze indifferibili, gradualmente, con attenzione, seguendo il protocollo operativo che il nostro comitato scientifico ha elaborato sulla base delle indicazioni ministeriali e degli Enti preposti oltre a quanto disposto dalle Regioni. Stiamo sfruttando questo periodo come un rodaggio, per verificare che il nostro protocollo sia coerente ed applicabile oltre a rispettare le regole e garantire effettivamente la sicurezza dei nostri operatori e di pazienti.Ora sono state confermate le linee guida e devo dire che il nostro protocollo non solo è in linea ma in alcuni elementi l’asticella è anche più alta. Devo dire, però, che ci sono qualche aggiustamento da fare per rendere veramente eseguibili tutte le indicazioni, viste la diversità di strutture esistenti in Italia e anche la reale disponibilità di alcuni DPI, mi riferisco in particolare ai camici. Ne parleremo a breve col Tavolo tecnico.Inoltre, in alcune regioni, in particolare in quelle che hanno sofferto di più il contagio, abbiamo adottato misure anche più stringenti soprattutto sui trattamenti che producono aerosol. 


Dott. Baruch, parliamo allora di protocolli. Come vi siete organizzati? 

Secondo le indicazioni che in queste settimane sono state date, le abbiamo studiate e ci siamo organizzati per renderle applicabili. Abbiamo formato i nostri collaboratori ed il nostro personale, in questi giorni le stiamo mettendo in pratica. Un lavoro fondamentale sarà quello di informare e formare anche i pazienti perché la loro collaborazione è determinante. Su questo le nuove tecnologie ci stanno dando una grossa mano non solo per svolgere il triage telefonico ma anche per effettuare veri e propri video consulti anche in caso di prime visite. Ma abbiamo anche predisposto tutta una serie di cartellonistica con le indicazioni da seguire e le informazioni sulle misure che abbiamo adottato per garantire la loro sicurezza.In questa fase l’organizzazione sarà determinante, abbiamo stimato che una sala clinica dovrà rimanere inattiva tra un paziente e l’atro per circa 20 minuti per poter svolgere le operazioni di riordino e sanificazione. Ci siamo organizzati per avere un certo numero di riuniti in uso ed altri liberi per la rotazione dei pazienti. Determinante sarà la gestione dell’agenda per contenere il numero di pazienti in attesa anche se su questo, rispetto ad altri studi, siamo più fortunati essendo operativi in molti centri commerciali. I pazienti potranno sfruttare gli spazi comuni per poi tornare ed accedere subito alla sala clinica dopo aver svolto le procedure di controllo e sanificazione. Dove possibile stiamo anche già ampliando la struttura aggiungendo riuniti. Certamente quando saremo a pieno regime lavoreremo anche sulla turnazione del personale e degli odontoiatri collaboratori non solo per lavorare 7 giorni su 7 ma anche per ampliare gli orari di lavoro nella giornata. Tenga conto che lavorare in sicurezza con i dispositivi di protezione indicati è oggi molto faticoso, dovremo dare la possibilità ai medici ed ai collaboratori di rifiatare.   


Per i DPI necessari come siete messi? 

Non posso dire bene ma neppure male. I nostri protocolli clinici già includevano l’utilizzo di molti DPI oggi indicati e quindi il nostro sistema di approvvigionamento aveva già programmato ordini. Certo il consumo ora sarà più elevato come il costo, ma abbiamo le scorte necessarie per alcuni mesi. Sono sicuro che nel tempo la situazione per quanto riguarda la reperibilità si andrà a normalizzare.   


Presidente Cohen, certamente avrete fatto delle previsioni sul futuro prossimo e più a lungo termine. Quale situazione vi aspettate? 

A breve sicuramente non prevediamo di riscontrare un calo di accessi, ci sono tutte le cure interrotte da continuare, quelle da completare ed iniziare in quanto già preventivate prima del lockdown. Dall’altra parte ci dovremo confrontare con le problematiche che i nuovi protocolli porteranno alle cure. Abbiamo stimato che avremo un calo dell’efficienza produttiva del 20% dovuta ai tempi necessari per l’accoglienza e la sanificazione. Per quanto riguarda il futuro un po’ più a lungo termine è difficile da ipotizzare. Sono molti i fattori che lo determineranno a cominciare da quanto durerà la Fase 2, se ci sarà una nuova ricaduta, quali saranno le ulteriori misure di aiuto attivate dal Governo etc. Poi si dovrà capire quanto i pazienti vorranno e potranno tornare dal dentista. Anche se dal punto di vista della paura i primi segnali sono incoraggianti. Le nostre cliniche sono viste come luoghi protetti, e stiamo lavorando anche per rassicurarli anche da questo punto di vista. Poi si dovrà anche valutare come cambierà e se cambierà l’offerta delle cure. Dai dati che anche Odontoiatria33 ha pubblicato mi sembra di capire che una parte di dentisti intende chiudere lo studio, secondo i dati di Key-Stone il 15%, che non è poco. Magari alcuni potrebbero decidere di collaborare con noi.  


Il vostro piano di espansione rallenta o continua? Per gli investitori il settore odontoiatrico continuerà ad essere appetibile? 

Io penso ovviamente di si. Gli investitori continuano a vederlo come un settore su cui puntare. Certamente nei prossimi mesi i problemi ci saranno, come ci saranno in tutto il mondo ed in tutti gli ambiti economici, ma le persone avranno sempre bisogno di cure odontoiatriche. Magari rinunceranno a beni voluttuari, a viaggiare ma continueranno a farsi otturare il dente o sostituire quello perso.Per quanto riguarda il nostro piano di crescita valuteremo. Certamente le nuove cliniche che avevamo preventivato di aprire, per molte di queste i cantieri sono già avviati, appena pronte saranno aperte. Per il resto valuteremo quando l’emergenza sanitaria si sarà stabilizzata, ma a lungo periodo sono sicuro che la situazione tornerà alla normalità, anche grazie a quanto la ricerca ci saprà dare in termini di gestione del virus, di cura e vaccino.   

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EDRA spa (editore di Odontoiatria33), per favorire l’informazione in questo momento particolare anche per il settore, ha deciso di lasciare fruibili a tutti i contenuti prodotti. Se volete comunque sostenere la qualità dell’informazione di Odontoiatria33 

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